Allarme pensioni: Inps in rosso e assegni a rischio

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È già allarme pensioni. Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha portato a termine l’esame di bilancio 2020, evidenziando un buco di 26 miliardi di euro nelle casse Inps.

Inps in rosso: quali sono le cause

Terminato l’esame sull’assestamento di bilancio 2020, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha rivelato nelle casse Inps un buco di 26 miliardi, con un peggioramento di 19.367 miliardi rispetto a quanto preventivato.

La causa principale è da ricondursi, innanzitutto, ai trattamenti assistenziali messi in atto per arginare le perdite determinate dal Coronavirus.

A questo si aggiungono, poi, le spese sostenute per Quota 100, il reddito di cittadinanza, la cassa integrazione, le misure di sostegno al reddito e la pensione di cittadinanza. Quasi tutte uscite che non hanno un corrispettivo sul fronte delle entrate, se non quelle garantite dalla fiscalità generale.

“L’effetto della pandemia sul tessuto economico e sociale del Paese pone il tema della sostenibilità e dell’equilibrio del rapporto tra assicurati (in leggero calo) e pensionati (in piccola crescita)”. Riporta la relazione del Comitato.

In pratica, ciò significa che i lavoratori, ovvero coloro che pagano le pensioni attraverso i contributi, sono diminuiti, mentre i pensionati continuano ad aumentare.

Allarme pensioni: assegni a rischio?

Tenendo conto dei numeri, la perdita Inps, per quanto prevista, risulta essere molto più rapida ed è proprio questo a preoccupare il Consiglio.

Quest’anno l’Inps ha di fatto riscontrato una diminuzione del -6,3% delle entrate rispetto alle stime iniziali. Mentre, dall’altro lato, le uscite sono aumentate del +3,5%. Il sistema potrebbe, quindi, non reggere. Così, per molti pensionati scatta l’allarme pensioni.

In pratica, per mettere al sicuro gli assegni di pensione si delineerebbero due possibili strade:

  • aumentare le tasse per sostenere il sistema previdenziale attuale;
  • ridimensionare la spesa di alcune misure in atto e in previsione.

Al momento, data l’emergenza sanitaria in corso, sembra più probabile che si possa optare per la seconda soluzione.

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