Con la fine del 2020 il vecchio Pin per accedere al sito Inps non potrà più essere impiegato. Al suo posto, bisognerà utilizzare il codice Spid, novità che mette in allarme moltissimi pensionati.
Cosa c’è da sapere sullo Spid pensioni
Tra le novità sul fronte pensioni, c’è anche l’introduzione del nuovo Spid, il Sistema Pubblico d’Identità Digitale che permette di accedere a tutti i servizi online pubblici, compresi quelli relativi alla pensione.
Di fatto, non è altro che un codice univoco e personale che serve per accedere in via telematica ai servizi della Pubblica Amministrazione, tra cui l’Inps.
Per i pensionati funzionerà come il vecchio Pin dispositivo Inps e potrà essere usato, quindi, per presentare domande o verificare i contributi versati.
L’unica differenza è che servirà anche per fare accesso ad altri servizi come, per esempio:
- il 730 precompilato;
- l’Inail;
- i pagamenti di tasse e tributi;
- le certificazioni e autocertificazioni;
- i portali del cittadino;
- il fascicolo sanitario elettronico;
- gli altri servizi sanitari.
Per richiederlo, i pensionati devono registrarsi sul sito dei soggetti chiamati all’Identità Provider (Spid Sielte, Spid Poste, Infocert Spid, TIM Spid) che consentono il rilascio del codice unico.
La preoccupazione dei pensionati
Con l’introduzione dello Spid al posto del Pin, per molti pensionati sono emerse alcune preoccupazioni.
Il rischio è, infatti, quello di lasciar tagliati fuori dal cambiamento circa 16 milioni di pensionati, soprattutto i più anziani, a causa della procedura necessaria a richiederlo.
Sebbene la richiesta del nuovo codice duri, di fatto, solo pochi minuti, bisogna prima essere in possesso di determinati requisiti: avere un indirizzo di posta elettronica, un computer o uno smartphone.
Da un lato, quindi, l’obiettivo del cambiamento sembra essere quello di facilitare la vita dei cittadini, dall’altro, invece, è come se si andasse ad escludere le fasce più fragili della popolazione.
Pertanto, per molti pensionati la sostituzione del vecchio Pin sarebbe da ritenersi una decisione quantomai azzardata.
Così, per far fronte a questa iniziale difficoltà, dal 1° ottobre l’Inps ha deciso di dare inizio ad una fase transitoria in cui rimarrà ancora possibile usare entrambi i sistemi di accesso al sito.