Mercoledì 7 ottobre è stata pubblicata online la graduatoria IMAT 2020 dei candidati che hanno sostenuto il test per accedere alla facoltà di Medicina in inglese.
Graduatoria IMAT 2020 e scorrimenti
Nella giornata di mercoledì 7 ottobre, oltre al primo scorrimento di Medicina, è stata la volta di un altro importante appuntamento. La pubblicazione della graduatoria IMAT 2020 sul portale Universitaly.
I candidati hanno, così, potuto scoprire la propria posizione e il proprio stato di ‘assegnato’ o ‘prenotato’, accedendo all’area riservata del sito tramite credenziali.
Da un lato, chi è risultato ‘assegnato’ può procedere fin da subito all’immatricolazione; dall’altro, i ‘prenotati’, dopo aver confermato la volontà di rimanere in graduatoria, devono decidere se iscriversi o attendere gli scorrimenti.
Ad ogni modo, in fase di immatricolazione, è bene tenere presente che alla facoltà di Medicina in inglese gli scorrimenti sono di norma molto profondi.
Questo dipende dal fatto che il tasso di rinuncia è superiore al 50% fin dall’inizio e va ad aumentare sempre di più ad ogni tornata, poiché per molti studenti Medicina in inglese è considerata un piano B.
Medicina in inglese 2020: posti disponibili
Con la graduatoria nazionale IMAT 2020 vengono assegnati i posti disponibili presso ciascun ateneo d’Italia in cui è prevista la facoltà di Medicina e Odontoiatria in inglese.
Vediamo nel dettaglio come questi sono distribuiti.
- Bari: 42 posti;
- Bologna: 70 posti;
- Campania – Vanvitelli: 40 posti;
- Cattolica del Sacro Cuore : 30 posti;
- Humanitas University: 190 posti;
- Messina: 38 posti;
- Milano: 44 posti;
- Milano – Bicocca: 22 posti;
- Napoli Federico II: 15 posti;
- Padova: 48 posti;
- Pavia: 70 posti;
- Roma “La Sapienza” Policlinico: 38 posti;
- Roma “Tor Vergata”: 25 posti;
- S. Raffaele Milano: 46 posti;
- Torino: 70 posti;
- Università “Campus Bio-Medico” di Roma: 60 posti.
Rispetto al 2019, quest’anno i posti totali sono aumentati passando da 545 a 550, anche se in realtà alcune sedi (Bari, Bologna e Padova) hanno apportato qualche taglio sui numeri.
Tuttavia, per bilanciare i conti, altre università come Messina e Milano hanno aumentato di diverse unità i posti a disposizione.