Tagli futuri sulle pensioni? La pandemia mette tutti in allarme

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Nuovo allarme sul fronte pensioni. Secondo uno studio condotto da MoneyFarm e Progetica, in futuro sono previsti ulteriori tagli sulle pensioni. La causa? Il Covid-19.

La pandemia accresce l’allarme per possibili tagli futuri sulle pensioni: lo studio MoneyFarm e Progetica

MoneyFarm in collaborazione con Progetica, società indipendente specializzata in educazione e pianificazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, ha lanciato un nuovo allarme.

In futuro, a causa della pandemia, milioni di italiani andranno in pensione con metà dello stipendio e le donne avranno il 20% in meno degli uomini.

Lo studio, condotto in tre fasi da MoneyFarm, ha preso in analisi 8 profili di italiani, vale a dire 3.251.626 cittadini tra uomini e donne trentenni, quarantenni, cinquantenni e sessantenni che andranno in pensione tra il 2027 e il 2062.

Per quanto riguarda la pensione pubblica, il 44% del campione uscirà dal mondo del lavoro tra i 66 anni e 11 mesi e i 72 anni. Mentre la media del valore degli assegni pensionistici si aggirerà intorno ai 1.337€ netti al mese.

In questo modo, lo studio dimostra che nei prossimi anni non si potrà più contare sull’80% del proprio stipendio al momento di andare in pensione.

A tutto ciò si aggiunge, poi, l’effetto della pandemia, in quanto il rapporto tra spesa pensionistica e Pil raggiungerà il record del 17,1% a fine 2020, complice anche Quota 100, e resterà intorno al 16% negli anni successivi.

“La crisi pandemica rende ancora più pericolosa ed esplosiva una bomba sociale che facciamo finta di non vedere. Gente che non avrà più il lavoro ma dovrà aspettare anni prima di andare in pensione“. È questo il problema evidenziato da Raffaele Agrusti, fondatore di Propensione.

A rischio anche la pensione integrativa

MoneyFarm e Progetica, oltre a sottolineare come la pandemia abbia comportato tagli sulle pensioni pubbliche, ha anche evidenziato un altro problema legato alle pensioni integrative.

In questo periodo di crisi, infatti, molti italiani hanno smesso di contribuire alla previdenza complementare.

Il nocciolo della questione, però, è che in futuro sarà davvero fondamentale integrare la pensione pubblica, poiché sempre più bassa.

Tuttavia oggi, solo un italiano su quattro riesce a costruirsi una pensione integrativa, mentre oltre due milioni hanno interrotto la contribuzione per necessità.

Per questi motivi, occorre sensibilizzare i lavoratori fin da giovani circa il tema del futuro pensionistico.

Così facendo, anche in caso si significativi tagli sulle pensioni, sarà possibile vivere una vecchiaia serena, grazie ad un’integrazione reddituale.

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