Nuova mappa colori dal 19 aprile: ecco le regioni che potrebbero cambiare zona

Covid-19, l’impressionante aumento di contagi sta portando l’Italia verso lo scenario 4, il peggiore, quello per il quale si deve valutare l’ipotesi lockdown totale. Come riporta ‘Il Corriere della Sera’, è salito l’allarme, in particolare, per 5 regioni: Lombardia, Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta e per la provincia autonoma di Bolzano. Milano resta sorvegliata speciale. 

Covid-19, rischio lockdown per 5 Regioni

Il rischio lockdown è più accentuato per la Campania che, per la prima volta, ha superato i 3.000 nuovi contagiati in un giorno (a Napoli 603). Situazione critica anche in Lombardia che ieri ha registrato 7.339 nuovi positivi, altri 53 ricoveri in intensiva e 57 decessi. Il microbiologo Andrea Crisanti la pensa così in merito a un possibile nuovo lockdown: ‘Avrei fatto il lockdown a Milano 10 giorni fa’. Critica anche la situazione di Bolzano, della Liguria e del Lazio.

3 settimane di tempo

Il governo avrà tre settimane di tempo, se il contagio non dovesse diminuire sarà inevitabile dover pensare alla misura più drastica. Uno studio dell’Iss consegnato al governo parla chiaro, soprattutto in merito all’Rt, l’indice di contagiosità: ‘In questo scenario si hanno valori di Rt regionali prevalentemente e significativamente maggiori di 1.5 (ovvero con stime dell’intervallo di confidenza al 95% di Rt maggiore di 1.5). Uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi’.

Nello studio si parla anche di ‘sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1.5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra i più giovani, come osservato nel luglio/agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili come gli anziani’.

Se la situazione di rischio alto dovesse persistere, dovranno arrivare misure di contenimento molto aggressive

L’Iss, tuttavia, ritiene ‘piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità. In uno scenario nazionale di questo tipo – si continua a leggere nello studio – è presumibile che molte regioni siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie regioni, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato. Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie misure di contenimento molto aggressive’.