A proposito di pensioni anticipate 2021, si fa spazio all’interno del dibattito una nuova proposta da parte dell’Inps, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni e 20 di contributi. Vediamo di cosa si tratta.
La proposta Inps per le pensioni anticipate 2021
Nel dibattito per la Riforma pensioni, si concretizza una nuova proposta da parte dell’Inps.
Il presidente dell’Istituto Pasquale Tridico ha, di fatto, ipotizzato alcune possibilità per permettere ai lavoratori italiani di accedere alla pensione con maggiore flessibilità. Soprattutto dopo la scadenza di Quota 100.
Secondo Tridico, sarebbe possibile instaurare un meccanismo di prepensionamento adatto contemporaneamente a:
- chi è inserito nel sistema retributivo misto;
- coloro che sono sottoposti al sistema contributivo puro.
È chiaro, ovviamente, che per ognuno dei due casi si delineerebbe uno scenario diverso.
Nel concreto, tale proposta permetterebbe l’uscita in anticipo dal mondo del lavoro a 64 anni di età e con almeno 20 di contributi versati. Opzione attualmente concessa solo per il sistema contributivo puro, purché si maturi un importo superiore di 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.
Per chi, invece, è iscritto al sistema misto, il presidente Inps propone un’ulteriore misura che garantisca l’accesso alla pensione alle seguenti condizioni:
- 62 anni di età;
- 20 anni di versamenti per la sola parte contributiva;
- l’avvio del versamento della pensione relativa alla parte retributiva a partire dai 67 anni.
Le altre misure da attuare
Dal punto di vista di Tridico per le pensioni anticipate 2021 bisognerebbe, poi, intervenire anche su alcune opzioni sperimentali per renderle strutturali.
Si tratta, in particolare, di Quota 41, Ape sociale e Opzione Donna, per cui il Comitato Opzione Donna Social sta chiedendo la proroga fino al 2023 insieme al riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle donne.
In questo modo, si garantirebbe una maggiore tutela dei lavoratori in situazioni di disagio e si permetterebbe, al tempo stesso, un turn over generazionale.
Un’altra novità riguarderebbe, infine, le lavoratrici madri, per le quali si potrebbe definire uno sconto contributivo e la revisione dei coefficienti di trasformazione in rendita, al fine di assicurar loro un assegno più elevato.