SScuola, ore decisive: vertice urgente Conte-Azzolina e capidelegazione
Scuola, ore decisive: vertice urgente Conte-Azzolina e capidelegazione

Covid-19, sono ore decisive per la scuola in relazione all’inarrestabile aumento di contagi. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha convocato un vertice urgente sulla scuola che, però, si è concluso con un nulla di fatto o quasi. In realtà, però, una novità c’è ed è quella rappresentata dal fatto che il governo si stia arrendendo di fronte alle Regioni che hanno deciso di passare alla didattica a distanza integrata

Covid-19, vertice urgente sulla scuola

L’incontro ha visto la partecipazione della ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina e dei capidelegazione dei partiti di maggioranza ovvero il ministro Dario Franceschini per il Partito Democratico, il ministro Alfonso Bonafede per il Movimento 5 Stelle e la ministra Teresa Bellanova per Italia Viva. L’incontro è durato quasi due ore.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha mostrato uno studio di Lancet relativo ai rischi di contagio tra i banchi mentre Franceschini ha affermato che ‘la scuola non è mica un altro pianeta’ rispetto agli altri settori. La ministra Azzolina si è trovata praticamente da sola o quasi nel difendere la tesi che la scuola deve restare aperta, seguendo il modello di Francia e Germania. In ogni caso, è palese lo scontro nella maggioranza: se da una parte Bonafede ha fatto quadrato (timidamente, secondo alcune indiscrezioni) attorno alla ministra, dall’altra Franceschini non è dell’opinione che la scuola debba essere l’ultima a chiudere. 

Conte rinvia la decisione a oggi, 31 ottobre

Il premier Conte riconvocherà il vertice nella giornata di oggi, sabato 31 ottobre. Lucia Azzolina, tuttavia, non ha il potere per opporsi ai presidenti di Regione, tenuto conto di quanto riportato nell’ultimo Dpcm che lascia alle Regioni la possibilità di “rinforzare” nel misure previste nel decreto. Il governo, dunque, ha lasciato ampio margine alle Regioni: l’ipotesi che altri governatori possano adottare la didattica a distanza al 100% come in Lombardia, Piemonte, Umbria e Sicilia è tutt’altro che remota.