Pensione anticipata: nel 2021 Quota 42 o 41?

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Tra gli ultimi temi al centro del dibattito sulla pensione anticipata vi è la contrapposizione tra Quota 42 e Quota 41. Nello specifico, la domanda che molti si pongono è cosa sarà di Quota 42 una volta giunti alla scadenza di Quota 100. Ecco cosa accadrà nel 2021.

Pensione anticipata: come funziona Quota 42

Secondo la sua definizione, con Quota 42 si intende una forma di pensione anticipata che può essere conseguita a prescindere dall’età anagrafica dai lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria.

In particolare, per beneficiare di Quota 42 è necessaria un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne.

Nell’ultimo periodo, la domanda che molti italiani prossimi alla pensione si sono posti è se Quota 42 rimarrà in vigore anche dopo la scadenza di Quota 100.

Di fatto, pare proprio che fino al 31 dicembre 2026 sarà possibile raggiungere i requisiti per ottenere questa misura previdenziale.

A beneficiare, dunque, di Quota 42 nel 2021 sembrerebbero essere:

  • coloro che hanno terminato la fruizione della disoccupazione da almeno tre mesi;
  • i lavori gravosi e usuranti;
  • coloro che prestano assistenza a persone con un’invalidità pari ad almeno il 74%.

Nel 2021 Quota 42 o Quota 41?

Alla luce di queste considerazioni, dal prossimo anno si aprirebbe per i lavoratori la possibilità di andare in pensione con 42 anni di contributi anziché 41.

Così facendo, si verificherebbe l’innalzamento di un anno della soglia minima per il raggiungimento della pensione anticipata.

Rimane, tuttavia, da considerare che l’approvazione di Quota 42 al posto di Quota 41 agevolerebbe senza dubbi l’accesso a Quota 100 nel 2021. Vale a dire durante l’ultimo anno in cui resterà in vigore questa misura sperimentale.

Ciò significherebbe, pertanto, un ulteriore appesantimento dei costi pubblici, incidendo negativamente sulle casse dello Stato.

Per raggirare il problema ed evitare, quindi, che molti lavoratori possano accedere alla pensione in un’età relativamente bassa comportando un vero e proprio esodo lavorativo, si è pensato di introdurre un superbonus.

Si tratterebbe di un’idea dell’ex sottosegretario del Lavoro Alberto Brambilla, il quale ha ipotizzato che a coloro che continueranno a lavorare pur in possesso dei requisiti per Quota 42 verranno accreditati in busta paga i contributi previdenziali.

In caso di rinuncia all’uscita anticipata dal lavoro la somma sarebbe totalmente esente dalle imposte sui redditi.

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