Pensioni e pandemia
Il peso della pandemia sulle pensioni

Secondo quanto dichiarato da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, le pensioni italiane nel prossimo periodo saranno messe a dura prova a causa dalla pandemia. In arrivo nuovi tagli?

Pensioni: l’allarme di Bankitalia

Nella giornata di ieri, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco è intervenuto all’incontro Deutsche Bank e Università Bocconi sul tema “Gli Stati Generali delle Pensioni; Covid shock, debito pensionistico e debito pubblico”.

In questa occasione Visco ha sottolineato come la pandemia si rifletterà negativamente sul sistema pensionistico italiano.

“L’impatto della crisi pandemica sui sistemi pensionistici sarà, per lo meno nel breve periodo, significativo” ha dichiarato.

A determinare, di fatto, questa complessa situazione ci sono diversi fattori:

  • le variazioni negative del Pil;
  • le misure di contenimento della pandemia;
  • l’aumento della disoccupazione;
  • la conseguente diminuzione di versamenti dei lavoratori.

Il ruolo giocato dalla pandemia

È senza dubbi evidente che ad avere un peso significativo sulla situazione attuale è proprio la crisi sanitaria in corso.

Se già prima della pandemia le preoccupazioni per il sistema pensionistico erano grandi, con l’arrivo del virus la questione non ha fatto altro che peggiorare.

Tuttavia, è al momento impossibile fare stime circa l’impatto che questa seconda ondata di contagi avrà sull’economia; è però ipotizzabile che se il Pil crolla anche le pensioni scenderanno.

È quindi necessario che dopo l’emergenza si torni subito “a una crescita duratura ed equilibrata”, intervenendo anche sui giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.

Le ipotesi del presidente Inps

Subito dopo il governatore di Bankitalia, è intervenuto al webinar anche il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che nei giorni scorsi aveva lanciato una nuova proposta per le pensioni anticipate.

“La crisi indotta dalla pandemia ha allargato diseguaglianze e povertà” ha dichiarato Tridico, secondo il quale per uscire dalla crisi causata dal Covid serve:

  • un grande piano di investimenti in istruzione e formazione, che vada di pari passo con la digitalizzazione;
  • l’implementazione del salario minimo.

È proprio su quest’ultimo punto che si è soffermato il presidente Inps: oggi in Italia “abbiamo una quota troppo importante di lavoratori con paghe sotto i 7, 8 o 9 euro all’ora”. Un altro dato che ormai non può più essere ignorato.