Riforma pensioni news 7/11: ecco le ultime dall’Inps

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Le ultime notizie aggiornate sulla Riforma pensioni sono giunte proprio nelle ultime ore direttamente dall’Inps. Al centro dell’attenzione rimangono il superamento di Quota 100 e la tutela dei lavoratori più fragili.

Riforma pensioni: maggiore flessibilità e tutela dei più fragili

Mentre sindacati e Governo continuano a lavorare sulla Riforma pensioni per il superamento di Quota 100 (forse con Quota 102), anche l’Inps ha espresso la propria posizione alla luce del suo rapporto annuale.

Stando ai dati, l’Istituto Nazionale “ravvisa la necessità di implementare maggiore flessibilità in uscita” per tutelare le categorie più fragili, vale a dire:

  • lavoratori usuranti e gravosi;
  • precoci;
  • gli over 60 che hanno perso il lavoro;
  • lavoratori con redditi bassi e carriere discontinue, tra cui anche i giovani.

Per i lavoratori usuranti e gravosi la soluzione potrebbe risiedere ancora una volta nell’Ape sociale. Resa, però, strutturale e con un’uscita più generosa per i lavoratori precoci.

Resta valida anche l’ipotesi di una pensione di garanzia minima per coloro che non avranno i contributi necessari per assegni decenti una volta in pensione (giovani e lavoratori discontinui).

A tutto ciò si aggiunge, poi, il tema della pensione complementare, da stimolare “anche attraverso l’offerta di strumenti di previdenza complementare da parte di soggetti pubblici”. 

Cos’è la pensione di garanzia

Attualmente il Governo vuole puntare ad incrementare il Fondo previdenziale integrativo pubblico con la cosiddetta pensione di garanzia.

In questo modo, si potrebbe assicurare ai lavoratori con carriere discontinue una reale copertura previdenziale.

La misura, già vagliata in passato dai Governi Gentiloni e Renzi, è rimasta fino ad oggi solo una bozza di proposta, basata sul rendere cumulabile il basso trattamento che matureranno in futuro i giovani lavoratori con assegni di tipo sociale o altre forme di sostegno al reddito.

La bozza prevede, quindi, di eliminare il vincolo dell’assegno Inps da 1,5 volte il minimo, così da permettere ai lavoratori discontinui di accedere alla pensione in modo più flessibile. Senza, tra l’altro, correre il rischio di posticipare l’uscita dal mondo del lavoro molto dopo il compimento dei 70 anni di età.

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