Il personale Ata deve svolgere i propri compiti prevalentemente in smart working. Così ha stabilito il DPCM emanato il 3 novembre scorso (art 5, comma 4, lettera a), poi confermato dalla nota MI 1990 del 5 novembre. Ma cosa significa esattamente per i vari profili ATA?
Personale ATA e lavoro agile: come si aplica
Sono i dirigenti scolastici a dover organizzare il lavoro del Personale ATA in smart working, tenendo conto del profilo e delle necessità . Questa è la sintesi della nota. Per cui, in base al profilo, il lavoro si svolgerà così.
Assistenti amministrativi:  dovranno svolgere la propria attività lavorativa, per quanto possibile, in modalità agile. L’ufficio va organizzato dai DS, assicurando lo svolgimento dello smart working nella percentuale più elevata possibile.
Assistenti tecnici: dovranno supportare la didattica digitale integrata, la didattica di laboratorio e la consegna di materiale tecnologico. Per loro si raccomandala differenziazione degli orari di ingresso e uscita rispetto al personale amministrativo in presenza.
E i collaboratori scolastici?
Collaboratori scolastici: continueranno a prestare servizio in presenza, ma tenendo conto delle disposizioni per le zone rosse. Per questi territori, il DPCM prevede che la presenza del personale sia limitata alle attività indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza. Quando non è possibile ricorrere al lavoro agile, la normativa prevede che si imponga ai dipendenti, in ordine:
- la fruizione delle assenze tipiche contrattualmente previste
- l’esenzione dal servizio (il periodo di esenzione costituisce servizio prestato a tutti gli effetti).