Classi pollaio. L’obbrobrio pedagogico e organizzativo continuerà ad essere presente nel sistema formativo. La loro abolizione è affidata al decremento demografico. Questi mesi d’emergenza non hanno insegnato nulla!
Classi pollaio, la loro fine si allontana
Classi pollaio, l’obbrobrio voluto dal duo Gelmini-Tremonti (2008) come contributo della scuola per contenere la spesa pubblica, non saranno a breve abolite. Sono dodici anni che questa iattura organizzativa è presente nel sistema formativo, depotenziando ogni progetto di inclusione. La Ministra L. Azzolina aveva fatto della loro abolizione un punto qualificante della sua azione politica. Nel luglio 2018 la legge abrogativa aveva come prima firma l’attuale responsabile del Mi. L’iniziativa fu messa su un binario morto perché incontrò le decise opposizioni di Fi (V. Aprea) e Pd (A. Ascani).
Dopo alterne vicende l’ultimo aggiornamento lo fornisce la stessa Ministra. Nella diretta Facebook ha dichiarato: “Avevamo presentato una proposta di legge come M5S per limitare e diminuire il numero di alunni per classe . Già nel 2020-21 non ci sono stati tagli nell’organico malgrado la denatalità e anche per l’anno scolastico 2021-2022 i tagli non ci saranno: quindi con un organico invariato… e con un numero di alunni decrescente, nel corso di pochi anni riusciremo a ritornare ai parametri pre-Gelmini e quindi a non avere più classi così sovraffollate come adesso“
L’emergenza sanitaria non ha insegnato nulla
Quindi occorrerà attendere ancora prima di vedere la fine delle classi pollaio. Sembra che l’emergenza sanitaria imposta dalla pandemia non abbia insegnato nulla!
Il Covid ha messo in evidenza tutte le criticità della scuola!
Per la ripartenza sì è parlato molto del sovraffollamento delle classi. La soluzione trovata rimanda all’assunzione dell’organico Covid (pessima espressione) “al fine di consentire la riduzione del numero di alunni per classe, lo sdoppiamento delle classi e in generale per l’adozione di modelli organizzativi differenti.”
E’ una soluzione temporanea che lascia fuori dalla porta ogni tipo di decisione che renda immediatamente e permanentemente efficiente il sistema scolastico in caso di nuove crisi sanitarie. In altri termini, si intende riproporre lo stesso profilo fallimentare di scuola, dopo che l’emergenza sarà passata.
Ha dichiarato recentemente la scrittrice indiana Arundhati Roy: la pandemia “è un portale, un cancello tra un mondo e un altro. Possiamo scegliere di attraversarlo trascinandoci dietro… le nostre vecchie idee, i nostri fiumi morti e cieli fumosi. Oppure possiamo attraversarlo con un bagaglio più leggero, pronti a immaginare un modo diverso.”