Riforma pensioni
Pensionati

Nel corso del 2021, Governo e sindacati dovranno fare il punto sulla Riforma pensioni che entrerà in vigore alla scadenza di Quota 100. Ma quali sono, ad oggi, le ultime ipotesi sul tavolo?

Riforma pensioni: l’ipotesi di Quota 102

Tra le ultime ipotesi in gioco per la Riforma pensioni che dovrà essere attuata alla fine del 2021, Governo e sindacati stanno vagliando la cosiddetta Quota 102.

Si tratta di una misura molto simile a Quota 100 che prevede, però, il raggiungimento dei seguenti requisiti:

  • 64 anni di età;
  • 38 anni di contributi versati.

Anche in questo caso, l’assegno pensionistico sarà calcolato con il sistema contributivo pieno.

Unica eccezione, i lavoratori gravosi per cui le penalizzazioni saranno certamente ridotte, così come il requisito contributivo che dovrà essere di 36 anni.

A ciò si aggiunge, poi, l’ipotesi di una possibile flessibilità dai 62 anni, con una riduzione del 3% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 della pensione di vecchiaia.

Quali sono le altre ipotesi?

Non è da escludere che nei prossimi mesi emergano nuove ipotesi per la Riforma pensioni 2021.

Al momento, per esempio, ci sono già delle valutazioni in corso a proposito dei contratti di espansione e il rafforzamento dell’isopensione.

Come spiegato in un articolo sul Sole 24 Ore, queste soluzioni potrebbero garantire prepensionamenti nei contesti di crisi e lasciare, dunque, spazio a misure a più lungo raggio.

Sarà, ovviamente, possibile prendere in considerazione ulteriori ipotesi, purché non si verifichino altri ritardi sulla tabella di marcia.

Tuttavia, come sottolinea il quotidiano economico, la mancata operatività delle due commissioni di esperti per la separazione di spesa assistenziale e previdenziale e per l’individuazione dei lavori gravosi, non rappresenta una buona partenza.

Su quest’ultimo punto, però, è intervenuto il Segretario confederale della Uil Domenico Proietti.

“Non è assolutamente semplice indentificare la gravosità, l’usura, la probabilità di essere esposti o meno a malattie professionali o infortuni”.

L’istituzione di una commissione di esperti risulta, quindi, necessaria per analizzare tutti i fattori, al fine di riconoscere le differenze oggettive di ciascuna categoria di lavoratori.