La vocazione all’insegnamento, una nuova modalità di reclutamento degli insegnanti

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Che il sistema scolastico vada rivisto non è una novità. E la pandemia che ci ha travolto ha messo ancora più a dura prova ciò che già prima non funzionava.

Non è sicuramente facile risolvere nel breve periodo i tanti problemi che girano intorno al mondo scolastico: una didattica a distanza non ancora ben organizzata, un’edilizia scolastica da sanare in molte realtà, un reclutamento del personale docente che fa acqua da tutte le parti con la “piaga” del precariato da risolvere e stabilizzare, un vincolo quinquennale da eliminare, una retribuzione da rivedere.

Da qualcosa bisognerà pur partire, giusto? E l’attuale ministro dell’istruzione non si può dire che abbia dato prova di voler o saper sanare ciò che non va nelle scuola.

Il ruolo dei sindacati

I sindacati dovrebbero giocare un ruolo fondamentale nelle decisioni del MI, indirizzando verso le possibili soluzioni o perlomeno trattando nell’ottenimento delle stesse.

Soprattutto invece nell’ultimo anno, il più difficile per l’incombenza della situazione sanitaria circostante, si è spesso assistito a teatrini imbarazzanti, privi di concretezza ma ricchi di tante belle parole per attirare magari qualche tesseramento in più.

Sempre in prima linea quando si tratta di avviare ricorsi per i quali spesso non si vede alcuna luce in fondo al tunnel, ma capaci solo di accendere tante speranze vanificate da sentenze prive di un reale fondamento giuridico.

Scegliere i docenti che hanno vocazione nell’insegnamento

Desta poi alquanto stupore leggere da parte di uno dei sindacati maggiormente rappresentativi, come un papabile indice di reclutamento degli insegnanti precari, possa essere la “vocazione all’insegnamento“.

Va bene che spesso (almeno a dire della scrivente) la meritocrazia non viene premiata come dovrebbe, ma poter valutare un insegnante sulla base della sua vocazione sembra piuttosto riduttivo.

Sicuramente avere una certa predisposizione all’insegnamento e amare il proprio lavoro non guastano. Ma la validità dovrebbe fondarsi su un insieme di elementi che vanno oltre: la preparazione in primis, l’esperienza accumulata negli anni, e, se vogliamo, anche il saper rapportarsi agli studenti.

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