Previdenza femminile: Opzione donna e Quota 100 rosa

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Data la stesura della legge di bilancio 2021, il Comitato Opzione Donna Social (CODS) torna a porre l’accento sulla questione della previdenza femminile. L’obiettivo: una Riforma pensioni che prenda in considerazione la proroga di Opzione donna fino al 2023 e Quota 100 rosa.

Previdenza femminile: i limiti di Opzione donna

Alla conferma della proroga di Opzione donna per il 2021 all’interno della nuova legge di bilancio, il Comitato Opzione Donna Social (CODS) risponde con la richiesta dell’estensione della misura al 2023.

L’obiettivo sarebbe, quindi, quello di eliminare il rinnovo ‘di anno in anno’ che impedisce alle lavoratrici di pianificare serenamente il proprio futuro.

Potrebbe, infatti, accadere che a causa di questa modalità, due colleghe con gli stessi requisiti non riescano a beneficiare entrambe della misura in questione.

Questo soltanto perché le condizioni richieste sono state magari raggiunte a distanza di qualche mese l’una dall’altra.

A tutto ciò si aggiunge, poi, il problema delle penalizzazioni sull’assegno. Come ha ricordato, infatti, Il Sole 24 Ore ancora una volta non è stato posto rimedio alla disparità di trattamento rispetto ad altre forme di pensionamento, nonostante le ripetute richieste del CODS.

Quota 100 rosa: di cosa si tratta

Il Comitato Opzione Donna Social ha, poi, parlato di Quota 100, l’altra misura ‘a scadenza’ che cadrà in disuso il 31 dicembre 2021.

A tal proposito, l’amministratrice del gruppo Orietta Armiliato ha evidenziato come i risparmi residui effettivi di Quota 100 potrebbero essere destinati ad una misura per le donne. La Quota 100 rosa.

Tale provvedimento, già proposto in passato, permetterebbe alle lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro con:

  • 62 anni di età;
  • 36 anni di contributi, anziché 38.

Così facendo, verrebbe finalmente riconosciuto il lavoro di cura svolto dalle donne, soprattutto alla luce delle conseguenze generate dalla pandemia.

“Le donne hanno visto incrementare il loro carico di lavoro domestico, assistenza agli anziani, ai bambini, che si è sovrapposto a smartworking”. Ha spiegato l’Armiliato.

Ecco perché, ad oggi, risulta più che mai necessario ripensare alcune misure all’interno del sistema di previdenza femminile.

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