Il titolo è ripreso da un servizio de ‘Le Iene’ andato in onda nella puntata del 19 novembre 2020. E oggetto dell’intervista è la presunta o reale negazione dell’esistenza del Covid da parte di alcuni insegnanti, considerati a causa delle loro dichiarazioni “negazionisti“.
La Iena del servizio è stata Alessandro Di Sarno, che ha incontrato tre professori, le cui affermazioni sono state riprese anche da alcune testate online nei giorni scorsi. Ovviamente, come spesso accade, le loro parole sono rimbalzate come boomerang in rete.
Solo una provocazione?
Uno dei docenti intervistati, il Prof. Cesaroni, di un liceo classico di Jesi (Ancona), secondo la ricostruzione grafica delle Iene, aveva scritto in un gruppo whatsapp della sua classe frasi che denotavano chiaramente i suoi dubbi circa l’esistenza del virus e della pandemia, oltre che la sua convinzione sull’inaffidabilità dei tamponi e delle notizie passate dai media.
In aggiunta, sempre nello stesso gruppo, parlava di un piano studiato a tavolino per far acquistare il futuro vaccino.
Dal confronto con Di Sarno, il professore ha fatto marcia indietro, esprimendo la sua unica intenzione di fare provocazioni per aprire una discussione coi ragazzi.
Queste dichiarazioni sono arrivate anche all’ambiente politico, suscitando la reazione del deputato Nicola Fratoianni, il quale ha aperto un’interrogazione parlamentare.
Regime total-sanitario
Abbastanza forti le dichiarazioni anche di altri due docenti, la Prof.ssa Leonardi e il Prof. Brescia di Melfi (Potenza).
In un post su Facebook avevano parlato di “fanta-pandemia” e di “regime total-sanitario”, rispondendo anche con commenti pesanti a chi li contestava.
A differenza del primo professore hanno però confermato quanto affermato via social, parlando di dittatura qualora fosse impedito di scrivere un proprio pensiero, e aggiungendo anche come l’emergenza sia stata amplificata dai media, definendo alcuni modi di fare informazione “terrorismo mediatico criminale”, nonchè “strumentalizzazione politica della vicenda”.
Il negazionismo si è dunque intrufolato anche tra il personale docente.