sciopero pubblico impiego tra polemiche

Pare confermato lo sciopero che riguarderà tutti i dipendenti del pubblico impiego, scuola compresa. La data fissata resta il 9 dicembre 2020.

Questo sciopero arriva a distanza di 4 anni dall’ultimo avvenuto proprio per il pubblico impiego, e risale al 2012 lo sciopero del pubblico impiego che aveva coinvolto, come stavolta, tutte le sigle sindacali.

Coinvolgendo anche il comparto scolastico, si andrebbe così a prolungare il ponte dell’Immacolata, con la chiusura delle scuole ancora aperte e la mancata garanzia dello svolgimento della didattica a distanza.

Le ragioni dello sciopero e le polemiche

Ad aver indotto le tre sigle principali, CGIL, CISL e UIL, a proclamare lo sciopero nazionale di ogni comparto statale sono state ragioni legate alla “mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, e per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato“.

Non sono mancate però polemiche al riguardo.

Ad essere criticata è soprattutto quella che è stata considerata un’irresponsabilità da parte dei sindacati, in piena pandemia, proclamare uno sciopero, ipotizzando che potessero essere utilizzate forme di lotta diverse, pur con le stesse comprensibili ragioni di fondo.

La reazione del Ministro Dadone

Lo sciopero, già quando alcune settimane fa era stato annunciato, ha inevitabilmente suscitato la reazione del Governo.

Ed è stata proprio il Ministro della P.A Dadone ad essere intervenuta in merito, precisando che per i rinnovi contrattuali son stati stanziati ben 3,8 miliardi ad hoc. Cifra dunque considerevole che non può comunque sanare in poco tempo una situazione protratta di blocco contrattuale.

Ha inoltre aggiunto: “Partite Iva e chi non ha un lavoro fisso sono in notevole difficoltà e qualcuno pensa di bloccare l’Italia e mettere a rischio la già fragile tenuta sociale.

Il timore è dunque che a risentirne possano essere ancora una volta i lavoratori autonomi, i dipendenti privati e i precari.