Classi pollaio
Classi pollaio, dalla quasi certezza della loro abolizione alla speranza lasciata al futuro

Classi pollaio, dalla quasi certezza di utilizzare il Recovery fund all’ipotesi consegnata a un futuro lontano e quindi indefinito. Le ragioni di questo ripiegamento da parte della Ministra Azzolina.

Classi pollaio assimilabili a un terremoto pedagogico

Classi pollaio. Sempre più difficile la loro abolizione. Prendendo a similitudine un terremoto, questo è un evento circoscritto nel tempo. Soprattutto se lo identifichiamo con i pochi secondi durante i quali avviene la scossa principale. Difficile l’operazione di ricostruzione che può durare anche anni e in qualche caso non concludersi.
Le classi pollaio possono essere accostate alla scossa principale, limitata nel tempo. Il D.M. 81/09 applicativo della legge 133/08 che ha formalizzato il sovraffollamento delle classi, è stato emanato in pochissimo tempo. Il superamento di questo evento pedagogicamente disastroso, invece a distanza di anni stenta ad avviarsi.
I governi seguiti a quello di Berlusconi (2008-11) hanno solo confermato lo status quo, dando ragione all’ex Ministra Gelmini che, in una trasmissione, ha affermato che la sinistra si è sempre opposta alle classi pollaio, ma ha fatto ben poco per abolirle.

L’abolizione delle classi pollaio e il Recovery fund

L’abolizione rappresenta un chiodo fisso della Ministra Azzolina. Qualche giorno fa ho scrittoAzzolina aveva fatto della loro abolizione un punto qualificante della sua azione politica. Nel luglio 2018 la legge abrogativa aveva come prima firma l’attuale responsabile del Mi. L’iniziativa fu messa su un binario morto perché incontrò le decise opposizioni di Fi (V. Aprea) e Pd (A. Ascani).
A settembre da insegnante e ora Ministra L. Azzolina ha espresso l’intenzione di abolirle, utilizzando il Recovery fund: “L’Italia ha oggi a disposizione uno strumento, il Recovery Fund, che consente di guardare al futuro del Paese con visione e speranza. Abbiamo l’occasione storica di farlo, rimettendo al centro la scuola. Un’opportunità irripetibile che dovremo saper sfruttare, con la collaborazione di tutti“. Da subito ho espresso dei dubbi sulla soluzione, in quanto Il Recovery fund è un pacchetto una tantum, inadeguato quindi a sostenere la spesa corrente. Questa è costituita dai redditi da lavoro dipendente, definiti spesa fissa.

Il ripiegamento della Ministra Azzolina

Il quadro sinteticamente delineato spiega perché non sono rimasto sorpreso quando la Ministra Azzolina, rimuovendo il Recovery fund ha dichiarato che si sarebbe affidato al combinato decremento numeri alunni/mantenimento organico docenti: “Avevamo presentato una proposta di legge come M5S per limitare e diminuire il numero di alunni per classe . Già nel 2020-21 non ci sono stati tagli nell’organico malgrado la denatalità e anche per l’anno scolastico 2021-2022 i tagli non ci saranno: quindi con un organico invariato… e con un numero di alunni decrescente, nel corso di pochi anni riusciremo a ritornare ai parametri pre-Gelmini e quindi a non avere più classi così sovraffollate come adesso“.
E’ l’unica soluzione strutturale e permanente, che come ho scritto sopra non rientra tra gli obiettivi del Recovery fund.
Sorprende che la Lega (On Sasso) che, nel 2008-2009, votò la “Riforma Gelmini”, ora bacchetti la Ministra “Il ministro ripete tutti i giorni che bisogna riaprire le scuole, ma non fa nulla per metterle in sicurezza: nemmeno un centesimo per eliminare le classi pollaio, il suo più grande bluff.
Ma questa è un’altra storia!