Scuola, come sarà il rientro a gennaio? Il nodo 75% e i doppi turni

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Riapertura scuole a gennaio, l’ultimo DPCM del governo Conte ha sancito il rientro in classe dal 7 gennaio 2021 per il 75 per cento della popolazione scolastica che, nelle ultime settimane, è stata costretta a seguire le lezioni a distanza. Ma come verrà organizzato il rientro in presenza?

Riapertura scuola a gennaio, nodo didattica a distanza 75 per cento

Come detto poc’anzi, la didattica a distanza resterà al 25 per cento, secondo quanto imposto dal Dpcm.

Come riporta il quotidiano ‘Repubblica’ di oggi, mercoledì 9 dicembre 2020, alcune scuole lasceranno a casa 5-8 ragazzi a turno, per classe: potranno seguire le lezioni collegandosi in contemporanea con i propri compagni in aula. C’è chi, invece, manterrà intere classi a rotazione collegate a distanza per uno o due giorni a settimana. C’è chi, invece, sceglierà di dare la priorità alle quinte classi visto che hanno l’esame di maturità.

Doppi turni e ingressi scaglionati

Non sarà certamente un rientro in classe uniforme, piuttosto all’insegna del ‘speriamo che me la cavo’. Intanto, si discute anche in merito alla possibilità di doppi turni e di ingressi scaglionati. Rossella Landi, preside dell’Istituto Majorana di Moncalieri spiega a ‘Repubblica’: ‘Non sarà semplice per i ragazzi entrare alle 10. Significherà che chi abita a un’ora di autobus dalla scuola arriverà a casa alle 17. E poi c’è il problema dei pasti’.

Il preside dell’Istituto ‘Curcio’ di Ispica (Ragusa) sottolinea come gli ingressi scaglionati non siano fattibili: ‘Il rientro sarà con la didattica mista, non abbiamo la capienza delle aule. Questo non risolve il problema delle connessioni: la fibra arriva fino a Catania’. 

Giuseppe Gelardi, preside dell’istituto ‘Severi’ di Gioia Tauro ha intenzione di lasciare a casa 5-6 ragazzi a turno, collegati a distanza. La preside Maria Rosaria Rao del liceo ‘Campanella’ di Reggio Calabria ritiene che il 75 per cento sia un po’ troppo. La preside del liceo ‘Newton’ di Roma, Cristina Costarelli è dell’opinione che l’insegnamento sarà ‘inevitabilmente misto, gli spazi non sono cambiati’. 

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