Anief in difesa di precari e personale della scuola: ecco come (INTERVISTA)

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Precari e personale della scuola sono due temi che stanno particolarmente a cuore ad Anief. Ne abbiamo parlato insieme al Presidente Marcello Pacifico, a cui abbiamo posto alcune domande.

Intervista a Marcello Pacifico: gli emendamenti in LdB

Presidente Pacifico, avete presentato una lunga lista di emendamenti alla Legge di Bilancio, ma se potesse contare sull’approvazione di uno soltanto, quale sceglierebbe? Quale le sta più a cuore?

Mi stanno a cuore i precari. Vorrei dei corsi abilitanti periodici, così da consentire l’abilitazione. Abbiamo chiesto due emendamenti per risolvere questa questione. Il primo con la riapertura annuale delle Gae e poi la possibilità annuale di acquisire l’abilitazione senza numero chiuso.

In subordine, abbiamo chiesto di trasformare il concorso straordinario da selettivo in non selettivo e di permettere nei prossimi anni a tutti di partecipare al concorso straordinario, prevedendone uno anche per la scuola dell’infanzia e primaria, gli insegnanti di religione cattolica e gli educatori.

Siete gli unici ad aver richiesto l’indennità di rischio biologico per il personale della scuola. Come si è giunti a stabilire una cifra di 300 euro al mese e perché?

“Siamo partiti dal presupposto che la Comunità Europea ha integrato di recente una direttiva del 2000, riconoscendo la Sars 2 come malattia che mette a rischio i lavoratori. Il problema è che non è stato aggiornato l’elenco delle professioni che sono legate a questo rischio.

In questo momento di Covid, noi abbiamo l’85% della Pubblica Amministrazione che può lavorare in smart working, come da disposizioni del Governo. La sanità e la scuola non hanno questa possibilità. Queste categorie sono a rischio. Insegnanti e Personale ATA devono lavorare in presenza anche quando il rischio c’è. Noi riteniamo che questo rischio biologico debba essere riconosciuto anche a loro, come al personale sanitario, anche se solo in via temporanea.

Abbiamo calcolato una media di 10 euro al giorno, che in un mese fanno 300 euro. Siamo coscienti che tutti i lavoratori che sono sottoposti a un rischio superiore rispetto ad altri, devono avere delle indennità che altri lavoratori non hanno.”

Riapertura della scuola il 7 gennaio

7 gennaio: scuola aperta o chiusa? E perché?

“Sarei più cauto e aspetterei la settimana successiva. Sarebbe il caso di verificare prima l’andamento della curva di contagio. Siamo un popolo che per tradizione si riunisce in grossi clan familiari. L’estate insegna. Riaprire subito, senza 2 settimane di monitoraggio della curva dei contagi, a noi sembra precoce. Dovremmo parlarne non prima del 21 gennaio”.

Qual è una cosa che andava fatta, e il Ministro non ha fatto, per garantire la riuscita dell’anno scolastico?

“Più che Ministro, direi cos’è che il Governo dovrà fare ora per evitare che ricapiti di nuovo tutto quello che è successo. La prima cosa è sicuramente rivedere i parametri per l’assegnazione degli organici. La famosa battaglia contro le classi pollaio, non è una battaglia ideologica. Bisogna concretamente predisporre una revisione della Legge 33 del 2008 e ridare alle scuole autonome gli edifici (sono più di 15mila i plessi che in 12 anni abbiamo soppresso). Oggi questi plessi ci servono.

Prima dei banchi, che erano una soluzione finale di un percorso da seguire, occorrevano le strutture e le classi. Una volta che si avevano i plessi e le classi ridimensionate, si potevano acquistare i banchi. Invece abbiamo dato i banchi, ma recuperato solo 3000 plessi.

Alcune idee erano giuste, ma andava seguito un percorso. La strada ora dev’essere quella di consultare i sindacati, per poter portare avanti dei processi, delle idee, che non ci riportino a sprecare soldi o a non risolvere i problemi.”

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