Riapertura delle scuole, i numeri devastanti riguardanti i decessi (ieri 846) fanno riflettere su un passo assolutamente fondamentale come il rientro a scuola in presenza dal 7 gennaio per il 75 per cento della popolazione scolastica delle scuole superiori.
Riapertura scuole in bilico, Rezza: ‘Credo che sia ancora presto per dire se si potrà riaprire o no’
Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha espresso tutti i suoi dubbi in merito: ‘L’incidenza dei casi è ancora elevata. Credo che sia ancora presto per dire se potremo o no riaprire completamente le scuole, anche le superiori’ subito dopo le feste natalizie.
Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, non è troppo ottimista: ‘Se il 7 gennaio si aprono le scuole in una situazione come questa ho l’impressione che ci facciamo male’.
Azzolina: ‘Riapertura resta il nostro obiettivo ma dovremo valutare situazione contagi a fine anno’
Come riporta il ‘Corriere della Sera’ di oggi, mercoledì 16 dicembre 2020, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, pur mantenendo il proprio obiettivo di riaprire le scuole superiori, si è dimostrata più prudente:
‘Resta il nostro obiettivo ma si dovrà fare una valutazione della situazione dei contagi a fine anno’, ha spiegato ai suoi. Azzolina intende presentarsi per il 7 gennaio con ‘un piano credibile e pronto per essere attuato’. Del resto, non mancano i dubbi anche da parte sua: la ministra, infatti, continua a ripetere che ‘durante le festività natalizie dobbiamo fare dei sacrifici anche per far tornare al più presto a scuola i ragazzi’.
Rientro a scuola, il governo vuole evitare di riaprire e richiudere subito
Il governo vuole evitare passi falsi: il timore è quello di una riapertura troppo affrettata e di un’immediata richiusura.
Oltre ai dubbi relativi al numero di contagi nelle scuole, sui quali si continua a discutere in merito all’incidenza sul numero totale di malati Covid, a complicare la riapertura delle scuole superiori è il tracciamento: per ogni studente o docente che viene contagiato, è necessaria almeno una trentina di tamponi ai loro contatti e le Asl non sono in grado di reggere la situazione.
Per il governo, aprire e poi richiudere subito, rappresenterebbe una grave sconfitta e, in questo momento politico particolare, potrebbe essere un rischio troppo grosso da correre.