Il trattamento minimo Inps per la pensione è una forma di tutela nei confronti dei pensionati che hanno avuto nella propria vita carriere lavorative corte o discontinue. Ma come funziona esattamente? Quali sono i requisiti per beneficiarne nel 2021?
Trattamento minimo per la pensione: cos’è
Il trattamento minimo o integrazione al trattamento minimo Inps fa in modo che il valore della pensione non vada al di sotto di un certo importo.
In sostanza, è una somma aggiuntiva sulla pensione che permette di raggiungere la soglia minima stabilita per condurre una vita dignitosa.
Il trattamento minimo, inoltre, è adeguato ogni anno in base ad un provvedimento Inps e all’aumento del costo della vita Istat.
Nel 2020 questa soglia minima è stata fissata a 515,18 euro; per quanto riguarda invece quella del 2021, sarà decisa con l’inizio del nuovo anno.
Ad ogni modo, come è già iniziato a trapelare, per il prossimo futuro non sono previsti mutamenti.
Addirittura, di fronte all’attuale tasso di inflazione negativo, la pensione minima dovrebbe scendere, ma fortunatamente essa non può essere rivalutata in negativo.
Requisiti per il 2021
La pensione minima, così come altre misure pensionistiche, può essere ottenuto qualora si verifichino determinati requisiti legati al reddito.
Per un pensionato non coniugato il limite reddituale in questione è pari a 13.405,08 euro annui.
Nel caso, invece, di una coppia di pensionati il requisito è quello dei 26.810,16 all’anno.
Nello specifico tale misura spetta:
- interamente nel caso di soggetti con un reddito fino a 6.072,57 (per i pensionati coniugati 20.107,62);
- parziale per i pensionati con reddito fino a 13.405,08 (fino a 26.810,16 per chi è sposato).