Come più volte anticipato, per il 2021 le domande di pensione saranno in aumento, soprattutto nel settore scolastico. Cosa sta accadendo? Quali sono i motivi che spiegano il fenomeno?
Domande di pensione in aumento: come si spiega il fenomeno
Quest’anno nel comparto scolastico rispetto al 2019 le domande di pensione non solo sono aumentate sensibilmente, ma lo hanno fatto anche in maniera proporzionale alle incertezze diffusesi a causa della pandemia.
Un fenomeno che secondo Cisl Scuola è destinato ad amplificarsi ancora di più nel corso del 2021.
Come spiegano anche i sindacati, infatti, il motivo principale di tutto ciò è che il prossimo anno sarà anche l’ultimo in cui rimarrà in vigore Quota 100.
La misura che consente la pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi versati.
Dall’anno seguente, invece, le cose cambieranno. Sicuramente si potrà uscire dal mondo del lavoro con qualche anno di anticipo, tuttavia secondo modalità meno convenienti.
È per tutte queste ragioni che una buona parte del personale scolastico sta prendendo in considerazione l’ipotesi di andare in pensione tra il 2020 e il 2021, ‘prima che sia troppo tardi’.
La conseguenza diretta di questo meccanismo è che, inevitabilmente, sempre più cattedre rimarranno vuote.
Il fenomeno in cifre
Alla scadenza del 7 dicembre, le domande di pensione raccolte sono state ben 35.068.
Nello specifico, Cisl Scuola ha, inoltre, fatto sapere che in cima a questa classifica si sono piazzate:
- Lombardia con 4.754 domande;
- Campania con 2.950 domande;
- Sicilia con 2.669 domande.
Fanalino di coda sono, invece:
- Basilicata con 325 richieste;
- Molise con 119 richieste.
Per quanto riguarda, infine, i numeri relativi alle domande presentate attraverso Quota 100, se lo scorso anno il 49,23% del totale ha usufruito di questa misura, nel 2020 la percentuale è salita fino a superare la metà con il 55,7%.