Riapertura scuole, dal 7 gennaio anche le scuole superiori riapriranno i cancelli per almeno la metà degli studenti. In teoria, dovrebbe essere tutto pronto: l’ordinanza c’è, i protocolli pure, anche se diverse Regioni stanno mostrando tutte le loro perplessità. Nonostante un accordo raggiunto con il governo.
Riapertura scuola dal 7 gennaio: come?
Uno o due turni differenziati con lezioni più ‘brevi’ (anche 45 minuti) dalle ore 8 alle ore 14 e dalle ore 10 alle ore 16, anche il sabato mattina. Persino Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza, ha chiesto un rinvio sostenendo che ‘si possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale’.
Le posizioni di Campania, Veneto, Lazio e Puglia
Il quotidiano ‘Il Messaggero’ di oggi, sabato 2 gennaio 2021, ha riassunto le posizioni dei vari governatori delle Regioni. Naturalmente, in prima linea tra i contrari non poteva che esserci il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che ha preso immediatamente disposizioni a riguardo: il 7 gennaio riprenderanno le prime e le seconde elementari, l’11 la scuola primaria, il 18 le tre classi della secondaria di primo grado e il 25 la secondaria di secondo grado.
Anche Veneto e Lazio nutrono profondi dubbi sulla possibilità di ripartire dal 7 gennaio (vedi le dichiarazioni del presidente del Veneto, Luca Zaia, rilasciate proprio oggi).
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, starebbe addirittura pensando di confermare l’ordinanza con la quale ha consentito ai genitori degli alunni di scuola primaria e secondaria di scegliere tra le lezioni in presenza o la didattica a distanza.
Il doppio orario di ingresso
La questione del doppio orario di ingresso (alle 8 per il 40 per cento degli studenti) e alle 10 (per il restante 60 per cento) non convince. Una soluzione studiata per alleggerire i flussi sul trasporto pubblico, una soluzione che, però, stravolge i ritmi scolastici: come ribadisce ‘Il Messaggero’, entrare alle 10 significa uscire alle 16 e tornare a casa alle 18. Per i dirigenti scolastici, però, è impossibile far mangiare a scuola, tutti i giorni, i ragazzi al banco ed è impossibile anche trovare il personale in più per tenere aperte le scuole due ore in più al giorno.
Ecco chi manterrà l’ingresso unico
Sono addirittura nove le Regioni che hanno bocciato queste soluzione: Basilicata, Emilia Romagna, Molise, Sardegna (ad eccezione della provincia di Cagliari), Veneto (ad eccezione della provincia di Treviso), Marche, Piemonte, Sicilia e Umbria conserveranno, infatti, un ingresso unico.