Lucia Azzolina non vuole più aspettare e annuncia la riapertura delle scuole il prossimo 7 gennaio. A essere dello stesso parere anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Contrari diversi sindacati e una moltitudine di presidi e docenti, che vorrebbero il posticipo del ritorno in presenza nelle secondarie (lo ricordiamo, al 50%) almeno al 18 gennaio.
Azzolina assicura la riapertura delle scuole il 7 gennaio
A scuola si ritornerà il 7 gennaio. Ad assicurarlo il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La pentastellata, nel corso di un’intervista al Fatto Quotidiano, ha dichiarato: “Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni. Poi avremmo voluto tornare al 75% e invece abbiamo accolto il suggerimento del 50%”.
Un settore sacrificato
Riguardo le limitazioni subite dalla scuola nel corso della pandemia, Lucia Azzolina ha precisato: “La scuola ha fatto la sua parte. Se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori”. Un settore quello scolastico, che finora si è “sacrificato” per la sicurezza sociale contro la minaccia del Covid-19. Possiamo ben dire che dallo scorso febbraio non si svolga più una normale didattica in presenza all’interno degli istituti.
Azzolina: ‘Abbiamo collaborato‘
Nel corso della sua intervista al Fatto, Lucia Azzolina ha aggiunto: “Abbiamo collaborato: ora è arrivato il tempo di tornare in classe. La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza” e poi ancora: “Tutte le decisioni richiedono la prudenza che finora ci ha guidati. Continueremo a seguirla”.
Ricciardi vuole rimandare la riapertura
Walter Ricciardi non è dello stesso avviso. In un’intervista alla Stampa il consulente del ministro Speranza ha dichiarato che la riapertura delle scuole “non ha senso e andrebbe rimandata almeno fino a metà gennaio. Come tutte le riaperture del resto”. Il medico e docente universitario ha aggiunto: “Trovo giusto correlare le regole al livello di contagio, solo che si intravede un’evoluzione negativa della pandemia” ma “se si fanno dei provvedimenti poi bisogna farli rispettare. Le dichiarazioni di intenti non fermano i contagi”.
Contagi in aumento nelle prossime settimane?
Riguardo al prossimo futuro, in ambito pandemico, Walter Ricciardi ha espresso la sua preoccupazione: “La mia impressione è che entro due settimane avremo un aumento del contagio non banale” ma “siamo tutti più o meno nella stessa situazione”. Riguardo alla situazione all’estero, il direttore scientifico degli Istituti Maugeri osserva: “Il Regno Unito è messo peggio con la variante inglese e le mascherine obbligatorie solo da dieci giorni, mentre la Germania che andava meglio ora pensa di prolungare le chiusure”.