Scuola, perché i docenti non vengono invitati nei talk? Intervista alla Professoressa Sandra Zingaretti

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Qualcuno, a titolo informativo, ha mai sentito il parere di un docente nelle trasmissioni radiofoniche o televisive in tutti questi mesi? Giustamente, si è assistito ai consigli tecnico- scientifici degli esperti, ai pareri politici, dalla maggioranza all’opposizione, ma ingiustamente non è stato ascoltato un solo docente, il punto di vista di chi a scuola ci va e la fa tutti i giorni.

Abbiamo avuto l’occasione, in questi giorni, di parlare con la Professoressa Sandra Zingaretti, che nel 2014 ebbe un importante faccia a faccia a Porta a Porta di Bruno Vespa con l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande e per questo la ringraziamo.

Sandra Zingaretti, l’intervista

Come mai non sono mai invitati i docenti nei talk show?

  • “Non si è mai parlato tanto di scuola come in questo periodo, eppure nessuno ha dato voce a docenti e studenti nei talk show e nei principali quotidiani. Questo perché l’interesse per la scuola è meramente politico, ma di una politica becera, focalizzata sulla polemica sterile e sulla ricerca del facile consenso. Eppure ha sentenziato chiunque sulla scuola nei talk show e sui media, gente che di scuola ne sa meno del mio cane. In questo clima i docenti sarebbero solo di disturbo, e poi per parlare di scuola c’è già una ministra sedicente insegnante di lunga esperienza…”

Cosa è cambiato nella scuola dalla famosa intervista con Renzi ad oggi?

  • “Dopo il mio confronto–scontro con Renzi a Porta a Porta, la scuola ha subìto una deriva inarrestabile: l’uomo che si vantava (com’è suo costume) di aver creato la più grande consultazione mai avvenuta nella storia dell’umanità, ha poi disatteso ogni proposta del comparto scuola, compresa la mia ovviamente, obnubilato com’era dal suo ego ipertrofico. Dopo la sua dannosa riforma, nonostante l’allontanamento della Giannini, nulla è stato fatto per abrogare la L.107 come promesso da più parti, soprattutto da Lega e 5Stelle, e i ministri che si sono pateticamente avvicendati, nulla hanno fatto, se non per abrogare, almeno per contrastare i danni della 107. Bussetti ha ridotto le ore di alternanza scuola-lavoro ribattezzandola PCTO, come se la scuola avesse bisogno di altri acronimi; Fioramonti, se escludiamo l’intervento sulle merendine nei distributori scolastici, è durato meno di un Amen; la Azzolina, invece, nel suo stolido immobilismo fatto di chiacchiere e contraddizioni che durano da marzo, ha solo partorito la splendida campagna acquisti dei banchi a rotelle e altri “fondamentali” acronimi di cui si sentiva la mancanza: DAD, DID o DDI, PAI e PIA”.

Cosa pensa del rientro a scuola in presenza a Gennaio?

  • “Quanto al rientro a scuola, nessun docente è entusiasta della DaD/DiD, me compresa, ma cos’è stato fatto da marzo per mettere la scuola in sicurezza, soprattutto sapendo che ci sarebbe stata una seconda ondata? Nessun tampone o test rapido da fare periodicamente a studenti e docenti; nessun tracciamento nelle scuole da mesi; nessun incremento sostanziale dei trasporti; nessun aumento della “rima buccale”; nessun dimezzamento delle classi numerose; nessuna individuazione di spazi alternativi per le lezioni; nessun sistema di aerazione dell’aria; e ora nessuna vaccinazione urgente per i docenti prima della riapertura delle scuole anzi, le vaccinazioni per il personale scolastico non inizieranno prima di luglio… I docenti precari? “Peste li colga”.

Un’ultima domanda: la sua regione riprenderà le lezioni in presenza il giorno 11?

  • “La Regione Lazio riprenderà le lezioni l’11, in attesa di capire se il 7, l’8 e il 9 dovremo continuare con la didattica a distanza, visto che il testo appena prodotto non è chiaro in merito, e si attende una circolare ministeriale”.

Professoressa, la ringraziamo per la sua disponibilità, vuole aggiungere qualche altra cosa?

“Il mio augurio per questo nuovo anno è che la scuola in presenza sopravviva, nonostante nulla di concreto sia stato fatto per la sua sicurezza, e che soprattutto riescano a sopravvivere i protagonisti della Scuola”.

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