Coordinamento Nazionale Precari della Scuola: ‘Invito alla mobilitazione’

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato inviatoci dal Coordinamento Nazionale Precari della Scuola (CNPS).

Assemblea CNPS: ‘Invito alla mobilitazione’

Nel pomeriggio di sabato 6 febbraio alle ore 16, si è riunita sulla piattaforma telematica Meet l’assemblea indetta dal Coordinamento Nazionale Precari della Scuola (CNPS). Vi hanno partecipato, oltre ai referenti dei coordinamenti locali CNPS, anche vari rappresentanti di gruppi di lavoratori della scuola (precari e non) e delle famiglie. L’assemblea è stata partecipata da un centinaio di persone e ha portato alla convergenza dei presenti sulla necessità di proseguire nel percorso di sensibilizzazione e coinvolgimento dei colleghi e dell’opinione pubblica al fine di risolvere le problematiche, oramai divenute insostenibili, che affliggono la Scuola italiana. 
Ha aperto l’assemblea una rappresentante del CNPS, Alina Rosini che ha ripercorso le tappe fondamentali dell’attività del Coordinamento fin dalla nascita il 15 Dicembre 2019 e ha espresso l’intenzione di far convergere i vari movimenti di lavoratori precari della scuola nella risoluzione condivisa del precariato scolastico finalizzando gli sforzi verso la mobilitazione come quella convocata dal CNPS il 14 febbraio 2020, uno sciopero al quale hanno aderito circa 20mila docenti e la manifestazione dello scorso 2 settembre a Roma che ha visto la partecipazione di numerose realtà presenti sul territorio nazionale. Ha ricordato inoltre come il 25% del corpo docente attualmente sia ancora precario e come la situazione pandemica potrebbe essere l’occasione di rivedere e ristrutturare l’intero comparto scolastico attraverso adeguati investimenti per migliorare l’edilizia scolastica, ridurre il numero di alunni per classe, assumere il personale in modo stabile. Tali opportunità non sono state colte dal Governo e ciò implica gravi conseguenze già visibili alla riapertura delle scuole a settembre 2020; la mobilitazione deve pertanto proseguire e portare, attraverso un percorso di assemblee e presidi, a uno sciopero realmente partecipato. 
Il secondo intervento è stato quello di Luigi Sofia, giovane insegnante, che ha sottolineato l’importanza della condivisione delle lotte tra precari storici e giovani insegnanti. Identifica la necessità di un percorso di accesso alla professione che sia chiaro, una formazione qualificata anche di tipo universitario, che porti all’abilitazione, ma soprattutto che abbia una cadenza periodica e certa. Ha ricordato anche l’increscioso trattamento subito dal cosiddetto organico-Covid e le difficoltà di liquidazione delle mensilità a causa della scarsa copertura finanziaria. 
Mariapina Balestra (CNPS) ha ripercorso il “dramma delle GPS”, delle difficoltà di compilazione delle stesse che ha generato errori e confusione, della svalutazione dei titoli (master e titoli musicali), dell’impossibilità di correggere gli errori stessi. Le conseguenze sono state evidenti: punteggi falsati, verifica difficoltosa da parte delle segreterie scolastiche e – per alcuni docenti – interruzione del contratto. Senza considerare il caos vigente durante le convocazioni stesse degli aspiranti docenti durate mesi, in alcuni casi ancora in atto. 
Ha fatto seguito l’intervento di Simone Maggini (Direttivo Docenti Precari Toscani) che ha elencato i numeri relativi al personale precario che arriveranno tra le cattedre vacanti e cattedre in deroga a superare anche il prossimo anno le 200 mila unità, ha poi ribadito l’urgenza di trovare un percorso rapido per reclutare il personale precario a settembre tramite un concorso per titoli e primo anno formativo coincidente con quello di prova. 
Nel suo intervento Valerio Cuccaroni (PAS – Marche) ha parlato dell’esperienza vissuta con il comitato di genitori e docenti PAS (Priorità alla Scuola) che ha dimostrato come un piccolo gruppo di persone può efficacemente coinvolgere l’opinione pubblica su tematiche importanti. Suggerisce di inoltrare una lettera-appello alla stampa al fine di rendere pubblico questo sforzo comune. Conferma anche la necessità di un percorso abilitante a cadenza annuale, come avviene nella vicina Francia. Sottolinea come la problematica della riduzione delle classi pollaio può essere risolta rapidamente con un concorso per titoli e servizi, affinché l’esperienza sia veramente valorizzata. 
In seguito ha parlato Enrico Martello (Associazione Difesa Scuola) il quale ha ribadito l’urgenza di fermare questa epidemia di supplentite; sottolinea la necessità di un percorso di sensibilizzazione dei colleghi precari, che porti anche a mobilitazioni di piazza e risvegli un senso generale di appartenenza alla categoria. 
È poi intervenuto Francesco Cori (Autoconvocati – Roma) che ha ribadito la difficoltà vissuta dai colleghi di ruolo all’inizio l’anno scolastico in condizioni di incertezza e di rischio sanitario con un organico sottodimensionato. Anche per Cori la via del reclutamento è quella del concorso per titoli e servizi, la stabilizzazione infatti può consentire la riduzione delle classi pollaio. 
Ha preso la parola Marco Di Martino (ALS – Associazione Libera Scuola) ribadendo la necessità di abbassare il numero degli alunni per classe, soprattutto ora in emergenza sanitaria. Segnala che attualmente in Corte di Cassazione è stata depositata una proposta di legge di assunzione dei precari in una modalità che superi il concorso tradizionale, valutando titoli e servizi e con formazione in itinere. 
L’intervento successivo è stato quello di Silvia Casali (Coordinamento Precari Bologna e Modena) che riflette sull’opportunità di creare consapevolezza in merito ai problemi della scuola e la necessità di condividerla con tutti i colleghi. Sottolinea l’importanza di ottenere percorsi abilitativi qualificanti e strutturali finalizzati all’immissione in ruolo certa. Il concorso per titoli e servizi resta la soluzione più rapida per risolvere il problema del precariato storico. 
E’ intervenuta Renata Puleo (Collettivo NiNaNd@ ROMA) ex Dirigente scolastica, che collabora con il Comitato PAS, mostrando il nesso tra sanità e scuola e le problematiche comuni in termini anche di organici, frutto di un processo di decadenza dello Stato e del welfare. Il precariato scolastico, che colpisce docenti, ATA e personale educativo, comporta la lesione dei diritti degli alunni in termini di continuità didattica e diritto allo studio, soprattutto per gli alunni con disabilità. Aggiunge che la pratica dei concorsi non riesce di fatto a sondare il merito effettivo del futuro docente. 
Ha concluso l’assemblea Anita Pelaggi (CNPS) intervenendo sul sostegno. Ha posto l’attenzione sulla riformulazione del PEI e l’approvazione delle 5 fasce di assegnazione come previsto dal d.l. 182/2020, che vede il rischio di riduzione delle ore di sostegno didattico agli alunni con disabilità e pertanto anche un’eventuale riduzione dell’organico. La piattaforma del CNPS oltre alla stabilizzazione dei docenti precari – tramite un percorso transitorio – veloce, esprime la necessità di consentire l’accesso diretto alla specializzazione per tutti i docenti con servizio sul sostegno attualmente inseriti nella seconda fascia GPS, in linea con quanto richiesto dalla legge 104 del 1992. In sintesi la proposta del CNPS prevede una procedura snella di immissione in ruolo per tutti i docenti precari che hanno superato le tre annualità di servizio. 
Anita Pelaggi conclude augurandosi che a questi incontri ne seguano altri al fine di creare una piattaforma il più possibile condivisa e trasversale alle varie realtà così come proposto per la mobilitazione dello scorso 2 settembre a Roma. L’appello lanciato è quello dell’unione. Si richiede infine l’invio di proposte e iniziative all’indirizzo email: cnpscuola@gmail.com

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