Patrizio Bianchi, alcuni quotidiani lo danno certo al Ministero dell’Istruzione. Applicando il criterio delle briciole di pane, possiamo conosciamo le sue idee sulla scuola. Sicuramente dovrà gestire l’emergenza sanitaria.
Patrizio Bianchi al Ministero dell’Istruzione?
Patrizio Bianchi sembra essere il probabile nuovo Ministro dell’istruzione. Due quotidiani a tiratura nazionale e autorevoli come Il Corriere della Sera e La Stampa lo danno in pole position. Nei prossimi giorni avremo eventualmente la conferma.
Certamente dovrà proseguire il lavoro della Ministra Lucia Azzolina, migliorando, riparando agli errori fatti dall’esponente pentastellata per rendere sicure le scuole.
Sarà un lavoro simile a quello teorizzato da Fioroni (2007) all’interno però di un riformismo minimizzato e conosciuto come la strategia del cacciavite. In altri termini, innanzitutto dovrà gestire e migliorare l’esistente più che promuovere nuovi scenari.
Le “briciole di pane” di P. Bianchi
Fatta questa premessa e data per certa la sua chiamata a divenire il nuovo Ministro dell’Istruzione, è possibile conoscere le sue idee, la sua visione di scuola.
Occorre applicare il criterio delle briciole di pane disseminate lungo il suo percorso. Queste ci consentono di prevedere come si muoverà nell’immediato ed eventualmente in un arco di tempo più lungo che definiremo post-Covid. Non dipenderà da lui, ma dalla durata del governo Draghi, derivante dal mandato che riceverà dai partiti che lo sosterranno.
Prima analisi: lo scenario emergenziale
P. Bianchi si è fatto conoscere al mondo della scuola con la pubblicazione il 9 giugno 2020 di un rapporto sulla ripartenza della scuola a settembre. E’ un documento indiretto. In altri termini, è il risultato di un lavoro collettivo costituito da diciotto personalità , compresa la sua. All’interno di questa commissione, infatti P. Bianchi ha svolto una funzione di coordinamento.
In estrema sintesi il gruppo di lavoro si è mosso sul versante organizzativo, fornendo alla Ministra Lucia Azzolina alcune proposte fattibili, considerando il profilo di autonomia fornito alle scuole dalla DPR 275/99.
Le più rilevanti riguardano:
– Adattamento del numero di alunni per classe in ragione degli spazi d’aula disponibili e dei distanziamenti previsti;
– rimodulazione dell’orario annuale obbligatorio con rimodulazione dell’unità oraria;
–ricorso agli spazi di flessibilità organizzativa del servizio scolastico;
Una particolare attenzione è data alla presenza di alunni/studenti diversamente abili, definita come una priorità .
Seconda analisi: lo scenario lungo
Passando a una prospettiva più lunga che tocca i processi educativi, P. Bianchi pensa alla scuola come a un’azienda, una fabbrica del capitale umano, una palestra per allenarsi alla competizione con gli altri.
A fondamento di questa tesi, due sono le briciole di pane. P. Bianchi è un accademico, un economista con specializzazione in politiche industriali.
La seconda briciola di pane, molto più consistente è data dal suo recente lavoro Nello specchio della scuola (Mulino, 2020). Il sottotitolo dice molto. Sul sistema educativo si riflette l’immagine del paese ed è nella formazione che si gioca il nostro sviluppo futuro.
Il Professore scrive “Non possiamo accontentarci di tornare alla situazione precedente, ma diviene ormai indifferibile avviare una vera fase costituente per la scuola, per aprire una nuova stagione in cui la scuola torni a essere, o meglio divenga, il motore di una crescita di un paese che da troppo tempo è bloccato”.
La premessa è funzionale all’esaltazione delle conoscenze, abilità e competenze per comprendere questi “straordinari processi di riorganizzazione dell’economia“
In estrema sintesi il pensiero di P. Bianchi, dove la prospettiva è alta, e tuttavia chiusa all’interno del pensiero unico del liberismo economico.
