Pensioni e governo Draghi: nell’attesa che le parti sociali vengano chiamate dal presidente del Consiglio incaricato, i sindacati hanno già ribadito la propria posizione sulla questione pensioni.
Pensioni e governo Draghi: le ultime notizie
Le differenti parti sociali sono al momento in attesa di essere convocate da Mario Draghi per discutere del futuro previdenziale.
In particolare, i sindacati temono che alla scadenza di Quota 100 possa essere messa in discussione la Riforma pensioni prevista a partire dal 2022.
Già nei giorni scorsi il leader della Cgil Maurizio Landini ha posto al centro dell’attenzione proprio il tema pensionistico.
“Superare Quota100 senza una riforma complessiva non è accettabile” ha spiegato chiaramente.
Dal canto suo, anche Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil, in una recente nota ha espresso con fermezza le richieste dei sindacati. Soffermandosi su Quota 100 e sulla legge Fornero.
“La sola proroga di Quota 100 rappresenterebbe un ennesimo intervento spot che non modificherebbe la legge Fornero“. Ha sottolineato Ghiselli.
“Questo intervento non darebbe risposte adeguate alle persone che lavorano. Ci si ritroverebbe al punto di partenza” ha aggiunto subito dopo il segretario confederale.
Qual è la soluzione secondo Ghiselli?
Secondo quanto espresso da Roberto Ghiselli, la soluzione migliore per far fronte al problema delle pensioni in Italia sarebbe, quindi, quella di attuare una riforma seria e duratura che permetta ai lavoratori di scegliere quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 di contributi.
Tale riforma dovrebbe, inoltre, affrontare il tema delle mansioni gravose, riconoscere il lavoro di cura e assistenza svolto dalle donne e dare una prospettiva previdenziale ai giovani con carriere discontinue.
Per Ghiselli si tratterebbe, dunque, di “una riforma che guardi al mondo del lavoro di oggi e a quello futuro e non a quello che è stato”.
Soprattutto dal momento che d’ora in poi i lavoratori andranno in pensione soltanto con il sistema contributivo puro.