Ministro Bianchi
Al ministro Bianchi un augurio per una scuola di qualità e la richiesta di stabilizzazione dei maestri laureati

Il Ministro Bianchi, sta rilasciando diverse dichiarazioni. Rischia l’annuncite. Occorre già un atto concreto sugli organici. La decisione influirà molto sulla qualità dell’anno scolastico 2021-22.

Il Ministro Bianchi e la proclamite

Il Ministro Bianchi non ha fatto passare giorni o alcune ore, prima di rilasciare una serie di dichiarazioni. Riporto una delle più significative: “Riporteremo gli studenti in classe, come abbiamo riaperto le scuole in Emilia dopo il terremoto del 2012. Gli istituti a pezzi erano centinaia, allora. La sicurezza delle scuole, sia pandemica che strutturale, sarà un punto forte del mio mandato. Riporteremo i ragazzi in classe con la giusta cautela e gli investimenti del Recovery Fund”.

Ieri M. Draghi al Senato ha completato il ragionamento. ” …dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà.”
Se il Ministro Bianchi proseguirà a rilasciare continue dichiarazioni rischia di entrare nel meccanismo post-moderno della proclamite che purtroppo si presenta leggero e vuoto perché privo di atti concreti.

Occorre decidere presto sugli organici

In questi giorni il Ministro Bianchi ha l’opportunità di scendere di livello, occupandosi di una questione concreta: l’organico docente per l’anno 2021-22. Probabilmente a settembre dovremo proseguire la convivenza con il virus, per via delle sue varianti che espongono maggiormente gli alunni e gli studenti.

Inoltre, la situazione preoccupa perché al momento non esiste un vaccino under 16. Da qui occorrerà rivedere i criteri dell’D.P.R.81/09 (controfirmato dall’allora Ministro Gelmini) che prevedono classi con 26-30 alunni (scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado).
Soluzione impraticabile in tempi di pandemia, se si vuole rispettare il distanziamento.

Inevitabile lo scenario prospettato da M. Rusconi (Leader ANP Lazio):“due effetti negativi: il primo è che con 27 alunni in un’aula il distanziamento è impossibile (dati i locali scolastici che abbiamo risalenti per il 60% agli anni settanta), dunque sarà inevitabile proseguire con il ricorso alla Dad. Il secondo effetto negativo, che dura ormai da anni, riguarda la didattica: è difficile seguire 27-30 ragazzini al primo anno delle superiori, in media 7-8 di loro sono condannati alla dispersione scolastica, che costa molto di più alla comunità