Il ministro Bianchi annuncia invio a USR della ripartizione risorse per assunzioni personale Covid

Scuole aperte sino al 30 giugno? Soltanto un’ipotesi, meglio precisare subito, anche perché la concomitanza degli esami di Stato di primo e secondo ciclo hanno già escluso le superiori e la secondaria di primo grado. Tuttavia, per la scuola primaria resta la possibilità di un prolungamento per ‘recuperare la socialità’, come ha affermato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Scuola fino al 30 giugno? Il ministro Bianchi ci sta pensando per la primaria

Il Ministero dell’Istruzione, così come sottolinea anche ‘Il Fatto Quotidiano’, ci tiene a precisare che si tratta solamente di un’ipotesi e che il ministro Bianchi prenderà una decisione solamente dopo essersi consultato con i sindacati. 

L’ex assessore all’Istruzione in Toscana e ora consulente di Bianchi, Cristina Grieco, ha dichiarato al ‘Fatto Quotidiano’: ‘Deciderà il ministro, probabilmente aspettando di vedere come sarà la situazione del contagio in questo secondo periodo didattico. Da parte mia credo che sia importante che le scuole offrano occasioni di recupero del gap di apprendimento-socialità anche dopo il 10 giugno, ma anche che dilatare tout court le lezioni in maniera indifferenziata in tutto il territorio nazionale serva a poco.’

‘Potrebbe essere talora addirittura controproducente, in un anno scolastico faticosissimo per gli studenti. Bisogna vedere cosa si è perso e dove si è perso. E poi intervenire con azioni che potranno variare per grado di scuola, oltre che per territori’.

Sindacati perplessi

I sindacati, in generale, si mostrano scettici. Rino Di Meglio (Gilda): ‘Non ho ancora incontrato e nemmeno sentito Bianchi. Se vuol incontrarci noi siamo qui. Ma questo del prolungamento della scuola fino al 30 giugno è un dibattito anomalo. Cominciamo ad uscire dall’emergenza poi se vi sono gap formativi penseremo a come recuperarli attraverso interventi didattici mirati’.
E Pino Turi (Uil Scuola) è ancor più critico: ‘Il professore ha in testa i patti territoriali ma non può pensare di sostituire la scuola con il Terzo Settore. Il modello dell’Emilia Romagna che lui ha ben in mente non può funzionare in tutto il Paese’.Â