Un’altra delle ipotesi in campo per la Riforma pensioni alla scadenza di Quota 100 potrebbe essere l’estensione di Quota 41 per tutti. Scopriamo nel dettaglio se si tratta di un’opzione verosimile.
Post Quota 100: tutte le ipotesi in gioco
Uno degli impegni del nuovo esecutivo e, in particolare, del neo ministro del Lavoro Andrea Orlando è quello relativo alla Riforma pensioni da attuare alla scadenza di Quota 100.
Al momento, infatti, il timore degli italiani è quello che dal 1° gennaio 2022 torni la Legge Fornero, causando il cosiddetto scalone di 5 anni. Ciò significherebbe un innalzamento dell’età pensionabile dai 62 ai 67 anni.
Pertanto, è possibile che Quota 100, una volta giunta alla sua naturale scadenza, venga sostituita con una nuova misura di anticipo pensionistico.
Tra le ipotesi in gioco, abbiamo già parlato di una possibile introduzione di Quota 102 e della probabilità che anche Opzione donna e l’Ape sociale vengano sostituite.
Nelle ultime settimane si è, inoltre, tornati a parlare con maggiore insistenza di un’altra strada percorribile: Quota 41 per tutti.
È possibile pensare a Quota 41 per tutti?
Nell’ultimo periodo, a tornare alla ribalta con l’ipotesi di Quota 41 per tutti è stata perlopiù la Lega.
Lo scorso 11 gennaio il partito di Matteo Salvini ha, infatti, presentato il decreto 2855 per chiedere di “sostituire integralmente le regole introdotte dalla Riforma Fornero, prevedendo, dal 2022, un nuovo e unico requisito contributivo pari a 41 anni di contributi per tutti”.
Ovviamente tale opzione porterebbe con sé una significativa penalizzazione sull’assegno, in modo da rendere sostenibile la misura stessa.
L’introduzione di Quota 41 per tutti permetterebbe, quindi, di andare in pensione con 41 anni di contributi senza requisito anagrafico. Ma con un importo più basso di quello attuale.