Cattedra e registro
Cattedra e registro

Nuovo DPCM governo Draghi in vigore dal 6 marzo al 6 aprile prossimo, cosa cambia per la scuola? Oggi, 1 marzo, o al massimo domani, potrebbe già esserci l’ultimo confronto con i presidenti delle Regioni. Poi il presidente del Consiglio firmerà il nuovo DPCM con le misure per contrastare i contagi da Covid 19. Vediamo in dettaglio quali sono le novità riguardanti la scuola.

Nuovo DPCM, cosa cambia per la scuola dal 6 marzo

Secondo quanto riporta ‘Il Corriere della Sera’ di oggi, 1 Marzo, nelle zone rosse i bambini e i ragazzi dovranno ricorrere alla didattica a distanza. Nelle zone arancioni, invece, potrebbero cambiare i protocolli: nei comuni in cui i contagi supereranno il numero di 250 ogni 100mila abitanti per 7 giorni, saranno applicate le stesse misure restrittive in vigore per le zone rosse. Su quest’ultimo punto, però, le Regioni hanno fatto alcuni rilievi sulla bozza del testo del DPCM: la soglia dei contagi potrebbe abbassarsi. Per quanto riguarda le zone gialle, invece, si andrà avanti come fatto sinora, ovvero con primarie e superiori di primo grado con lezioni in presenza e superiori al 50 per cento.

Zone rosse, arancioni e gialle: le novità in arrivo

Dunque, lo schema delle possibili chiusure delle scuole potrebbe essere riassunto così: scuole di ogni ordine e grado chiuse nelle zone rosse o ad alto rischio. A prescindere dal fatto che si tratti di Regioni, grandi città oppure piccoli centri: prevista la didattica a distanza per tutti. La chiusura delle scuole potrà scattare anche nelle zone dove l’incidenza del virus risulti superiore alla soglia di 250 positivi per 100mila abitanti. Per le zone gialle, invece, si andrà avanti con le stesse misure applicate sinora.

Bisognerà vedere se tutti saranno d’accordo sulle nuove misure più restrittive. C’è chi, come il governatore del Veneto, Luca Zaia, vorrebbe una linea più dura. ‘Il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’è o non c’è? – si chiede Zaia -Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane’.