Vaccini Covid, le differenze tra AstraZeneca, Moderna, Pfizer, J&J, Sputnik, CureVac e Novavax

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Covid-19, come sappiamo è in atto la campagna vaccinale anti Covid con diverse tipologie di vaccino come Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca: altri vaccini potrebbero arrivare a breve anche nel nostro Paese. Ecco quali sono le principali caratteristiche degli antidoti per la lotta contro il coronavirus.

Differenze tra vaccini Covid: Pfizer Biontech, Moderna, AstraZeneca e quelli in arrivo

Pfizer Biontech, come funziona

Primo vaccino arrivato in Italia, lo scorso mese di dicembre, attualmente è il più utilizzato. È destinato soprattutto agli operatori sanitari e alle persone over 80. Viene somministrato in due dosi con un intervallo di oltre tre settimane ed ha un’efficacia di oltre il 90%. Deve essere conservato a -70 gradi ed è indicato per persone dai 16 anni in su. Il vaccino si basa sulla tecnica dell’Rna messaggero. Utilizza le informazioni contenute nel nucleo del Sars-Cov2 alla proteina Spike di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle. Una volta iniettato, il vaccino dovrebbe riuscire a stimolare la produzione di anticorpi, proprio contro questa proteina.

Moderna, come funziona

È un vaccino americano arrivato a inizio gennaio: la maggior parte delle dosi sono destinate agli Stati Uniti, l’Italia sta ricevendo un numero ristretto di dosi. Viene somministrato in due dosi con intervallo di 4 settimane e ha un’efficacia del 95%. Deve essere conservato a -20 gradi ed è registrato per persone con oltre 18 anni. Molto simile a quello Pfizer per efficacia e sicurezza. Anche la concezione è molto simile: entrambi sfruttano la tecnologia dell’Rna messaggero.

AstraZeneca, come funziona

Realizzato dallo Jenner Institute di Oxford e dall’Irbm di Pomezia, il vaccino AstraZeneca è stato approvato da Ema e Aifa a fine gennaio. Viene somministrato in due dosi. L’efficacia è del 62%, ma col passare dei giorni dopo la prima dose aumenta fino a raggiungere l’80% entro la 12ma settimana, quando viene somministrato il richiamo. Deve essere conservato a temperature tra i 2 e gli 8 gradi. L’Italia ha posto il limite di utilizzo su persone fino a 65 anni. Il vaccino AstraZeneca è basato sul vettore virale, ovvero utilizza un virus (dello scimpanzé), innocuo per l’uomo, che funge da navicella per trasportare nelle cellule umane il codice genetico delle proteine del virus contro le quali si vuole innescare la produzione di anticorpi. L’obiettivo è la proteina Spike.

Gli altri vaccini, Johnson&Johnson, Sputnik, Curevac, Novavax

Johnson&Johnson

È un altro vaccino americano, appena autorizzato dalla Fda negli Stati Uniti. Potrebbe presto arrivare anche in Europa, l’approvazione è prevista entro il mese di marzo. Una parte della produzione avverrà in Italia, nello stabilimento di Anagni della Catalent, in provincia di Frosinone. Al momento, è l’unico vaccino monodose. Deve essere conservato tra i 2 e gli 8 gradi e ha un’efficacia compresa tra il 72% e l’86%. Il vaccino è basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26). Quando si riceve la dose, gli adenovirus inducono la produzione di una proteina che viene poi riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario. Viene così a svilupparsi una difesa contro la proteina del coronavirus, senza dover entrare in contatto con il coronavirus vero e proprio.

Sputnik

Approvato dalla Russia e in 38 Paesi del mondo: manca ancora l’autorizzazione dell’Ema per farlo entrare tra quelli acquistabili da Bruxelles. Viene somministrato in due dosi con un intervallo di 21 giorni. Ha un’efficacia del 92% e viene prodotto con formulazione congelata (conservazione a -18 gradi) e liofilizzata (conservazione tra i 2 e gli 8 gradi). Il vaccino russo utilizza due diversi adenovirus che trasportano la proteina Spike. Il meccanismo di funzionamento è tipico dei vaccini vettoriali: indurre la protezione di Spike nelle cellule dell’ospite per stimolare la risposta immunitaria.

Curevac

È un vaccino tedesco, l’Ema ha appena avviato il processo per l’autorizzazione provvisoria, che secondo l’ad di CureVac è attesta tra fine maggio e giugno. Non ci sono ancora informazioni ufficiali sull’efficacia. Come altri vaccini, ‘prepara il corpo a difendersi dall’infezione da Covid-19”. Il virus, ricordano gli esperti, utilizza proteine presenti sulla sua superficie esterna, chiamate “proteine spike”, per entrare nelle cellule del corpo e innescare la malattia del Covid-19. Anche CVnCoV utilizza l’mRNA.

Novavax

Come per Curevac e J&J, l’Ema ha comunicato di aver iniziato l’esame di “revisione continua” o “rolling review” sul vaccino Novavax. La procedura rientra nei piani di valutazione accelerata su farmaci che vengono considerati promettenti. La decisione si basa su risultati preliminari degli studi di laboratorio (dati non clinici) e dei primi studi clinici sugli adulti. L’azienda americana sta attualmente conducendo studi sulle persone per valutarne la sicurezza, l’immunogenicità e la sua efficacia contro il Covid-19. Il vaccino, come riporta Focus.it, “consiste in piccole particelle lipidiche che fanno da “puntaspillo” a copie ottenute in laboratorio della proteina spike, la chiave che il coronavirus SARS-CoV-2 usa per accedere ai recettori ACE2 delle nostre cellule. Alla molecola lipidica con i suoi cloni di spike è aggiunto un composto di origine vegetale, la saponina, che ha una funziona immunostimolante: incoraggia cioè la risposta immunitaria dell’organismo, che inizia a produrre anticorpi contro la proteina più riconoscibile del SARS-CoV-2”.

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