Chiusura delle scuole, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha rilasciato un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’ di oggi, giovedì 4 marzo 2021. Si è parlato, naturalmente, delle nuove misure contenute nel DPCM Draghi.
Patrizio Bianchi: ‘Ci sarà un grande piano, dobbiamo guardare alla scuola che verrà’
Bianchi ha sottolineato come Draghi gli abbia chiesto di riportare la scuola ‘al centro dello sviluppo del Paese e di guardare alla scuola che verrà’, quella del post Covid. ‘Il punto cruciale del nostro Recovery Plan per l’Istruzione – ha sottolineato Bianchi – sarà la lotta contro la dispersione scolastica e la povertà educativa. Ci sarà un grande piano – ha preannunciato il ministro – La pandemia ha esasperato una situazione che era presente anche prima, ora abbiamo l’occasione per intervenire.’
In merito al presente, il ministro ha sottolineato come il nostro Paese si sia trovato di fronte a ‘un rapidissimo cambiamento della situazione epidemiologica. La variante inglese ha modificato radicalmente il quadro precedente’, visto che colpisce anche i bambini più piccoli. Sono state fatte delle scelte in base al parametro indicato dal Cts, ovvero i 250 casi ogni 100 mila abitanti.
‘La scuola sarà a distanza in situazioni eccezionali – ha precisato Bianchi – e comunque nelle aree in cui servono forti restrizioni legate all’andamento dell’epidemia. Dobbiamo tutelare la salute pubblica, in particolare quella dei nostri bambini, e preservare la piena funzionalità del sistema sanitario.’
‘Scuole chiuse? È sbagliato, la DAD andrà avanti anche dopo il Covid’
Bianchi non vuol sentire parlare di ‘scuole chiuse‘ perché è un termine sbagliato, la scuola ha sempre lavorato e continuerà a farlo, gli insegnanti hanno sempre lavorato per tenere il contatto con gli studenti. Si sta lavorando per un miglioramento della DAD, ‘con un gruppo composto da persone sia interne al ministero che provenienti dai territori, dirigenti scolastici, docenti, maestri di strada. Faremo formazione mirata per i nostri docenti sulle nuove forme di didattica. Investiremo risorse per affrontare questa fase. Attiveremo la rete del volontariato a supporto della scuola, favoriremo i patti di comunità con il territorio, guardando anche oltre l’emergenza, considerando la dad non come ripiego ma come integrazione e arricchimento per costruire una scuola nuova‘.