Quali eccezioni per la DAD e scuola in presenza? Con la nota del Ministero dell’Istruzione di ieri a firma di Luigi Fiorentino, arriva di fatto la smentita a quanto disposto dalla precedente nota 343 del 4 marzo scorso a firma del Capo Dipartimento Max Bruschi. La nota precedente aveva creato non poco scompiglio.
Nota Bruschi applicazione DPCM
La nota del 4 marzo a firma di Marco Bruschi, aveva previsto una deroga di non poco conto alla DAD: disponeva che fosse garantita “la frequenza scolastica in presenza… degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione”, “nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e … anche in ragione dell’età anagrafica“.
Ciò aveva creato il caos, con numerose richieste giunte alle scuole da parte di famiglie e presidi che chiedevano chiarimenti. La nota di ieri, ha chiarito la questione, permettendo la deroga solo per gli alunni con disabilità, DSA e BES.
Ma cosa ha portato a questa interpretazione piuttosto morbida della norma prevista nel DPCM? Tuttoscuola ha spiegato quello che potrebbe essere il retroscena.
Cosa è successo?
Secondo Tuttuscuola, il retroscena delle ‘divergenti note ministeriali‘ potrebbe essere il seguente. Poche ore prima che Bruschi emanasse la nota, l’ex ministra Lucia Azzolina, in una diretta Facebook, aveva sottolineato che il nuovo Dpcm non ha previsto la possibilità – a differenza di quanto previsto dalle disposizioni del Piano Scuola 2020-2021 – che “le scuole restassero aperte per accogliere i figli dei lavoratori operanti nei servizi pubblici essenziali“.
Così Bruschi, il suo più stretto collaboratore a viale Trastevere, ha provveduto a inserire questa possibilità nella nota ministeriale. Nella nota trasmessa alle scuole – “in vece del nuovo capo dipartimento Stefano Versari, che in attesa della registrazione da parte della Corte dei Conti della sua nomina non sta firmando atti ufficiali” – ha fatto riferimento al Piano Scuola 2021/21.
L’effetto è stato un putiferio, messo a tacere solo dalla nota di ieri.