Coronavirus, per Gandini la scuola resta un luogo sicuro

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Come sappiamo, a causa dei preoccupanti contagi da coronavirus, la scuola italiana è passata (quasi) totalmente alla didattica a distanza. La penisola ha assunto i colori rosso e arancione. Lo giallo è sparito. Al momento, solo la Sardegna rimane bianca. Intervistata da Orizzonte Scuola, l’epidemiologa Sara Gandini ha dichiarato, tuttavia, che, a suo dire, la scuola è un luogo sicuro. Riguardo alla controversa situazione del vaccino Astrazeneca, la donna di scienza ha spiegato che bisogna aver fiducia nella scienza e nella ricerca.

Chi è Sara Gandini

Sara Gandini, oltre a essere epidemiologa, è docente presso l’università statale di Milano. Dal 2018 occupa il ruolo di direttrice dell’unità “Molecular and Pharmaco-Epidemiology” presso il dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Gandini è stata una delle cento ricercatrici invitate a far parte del progetto “100 donne per la scienza” promosso dalla fondazione Bracco.

Coronavirus, la scuola è un luogo sicuro?

Durante l’intervista a OS, Sara Gandini ha dichiarato sui rischi della scuola in tempo di pandemia: “Nel recente report di Public Health England, un’agenzia governativa per la sanità pubblica, “Investigation of novel SARS-CoV-2 variant Variant of Concern 202012/01 Technical briefing 3” si mostra che gli individui in età scolare non presentano una trasmissibilità della variante inglese superiore agli adulti”. Gandini ha spiegato come i giovani appartenenti a una fascia di età tra 0 e 19 anni hanno un rischio ridotto della metà di essere contagiati dalla Covid-19 rispetto agli individui più grandi. Ciò varrebbe anche nel caso della variante inglese.

La questione Astrazeneca

Secondo Sara Gandini bisognerebbe avere fiducia nella scienza. Riguardo alla sospensione del vaccino Astrazeneca, l’epidemiologa ha chiarito come al momento si stia facendo una seria sorveglianza attiva e questo dovrebbe rassicurare. Gandini comprende comunque lo scetticismo dinanzi alle dichiarazioni da parte dei “cosiddetti esperti”. La docente universitaria ha spiegato come in campo medico ed epidemiologico non esistano verità assolute e bisognerebbe dunque muoversi avendo come punto di riferimento l’onesta intellettuale, ovvero, prendendo in considerazione ciò che si sente vero e giusto in quel determinato momento.

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