Mobilità docenti per l’anno scolastico 2021/22, si continua a parlare di un’ipotesi di blocco delle operazioni di mobilità anche se, è bene precisarlo subito, i sindacati non hanno ricevuto, al momento, nessuna comunicazione in merito.
Mobilità docenti anno scolastico 2021/22: davvero si sta andando verso un blocco dei trasferimenti?
In ogni caso, se l’ipotesi dovesse essere confermata, sarebbe una decisione senza precedenti. A questo proposito, il sindacato Anief continua a rimanere in attesa dell’Ordinanza per lo svolgimento della mobilità 2021, con la consapevolezza che, anche per via del Covid19, dovrà essere consentito sul 100% dei posti liberi. Qualsiasi ipotesi di stop annuale delle operazioni di mobilità, a cominciare dalla conferma di quello quinquennale per i nuovi immessi in ruolo, sarebbe intollerabile. Anief ribadisce che l’unica soluzione per risolvere tanti problemi, anche per il personale ‘ingabbiato’, sia quella di introdurre una deroga come nel 2011, permettendo pure le assegnazioni provvisorie e il ricongiungimento con propri figli minori.
Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati: ‘Sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso’
Anche il Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati chiede chiarezza sulle voci riguardanti un probabile blocco della mobilità. Il ritardo dell’uscita dell’ordinanza che avvia le procedure di compilazione delle istanze non fa che sollecitare timori.
‘Da anni coordiniamo le fila dei Docenti Immobilizzati – si afferma in un comunicato – ma tra tutti gli obbrobri che la scuola ha visto calarsi dall’alto quello della sospensione della mobilità territoriale sarà forse la goccia che farà traboccare un vaso già colmo da troppo tempo. Se le notizie che circolano sono vere questa scelta politico-sindacale risulterà la soluzione più impopolare che la storia della scuola italiana potrà annoverare.’
Il Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati ricorda che una decisione di simile portata andrebbe a penalizzare più di 68mila famiglie italiane, se si contassero solo i docenti immobilizzati fuori la propria provincia di residenza da oltre 5 anni.
‘Una scelta vergognosa – proseguono i Docenti Immobilizzati – che vieterà il ricongiungimento familiare dei docenti fuorisede in piena pandemia. Noi Docenti Immobilizzati, ossia tutti quei docenti assunti da 5, 10, 20 anni fuori la propria provincia di residenza, siamo “quelli” che formeranno la futura classe dirigenziale e davvero non meritiamo di esser trattati meno di niente, senza vedere mai un riconoscimento, un miglioramento della propria situazione lavorativa con una mobilità interprovinciale che preceda le assunzioni.
Questo disinteresse verso i nostri sacrifici è la prova che noi docenti di ruolo abbiamo un Datore di Lavoro, lo Stato, che non ci tutela di concerto con le Organizzazioni Sindacali, e l’ipotesi di eliminare del tutto la mobilità, seppur per un solo anno, ne è la prova. La pianificazione di una tale azione non fa altro che dimostrare la totale mancanza di rispetto delle leggi che regolano la possibilità di spostamento degli insegnanti, nel valore di confronto con i sindacati e nel rispetto delle persone.
I Docenti Immobilizzati da mesi chiedono l’intervento delle parti politiche in concerto con quelle sindacali per avvalersi di un diritto inviolabile e riconosciuto da svariati tribunali e dal Consiglio di Stato: la prioritaria importanza della mobilità territoriale rispetto alle nuove nomine. Noi, Docenti Immobilizzati, indignati siamo pronti a manifestare energicamente se questa inaudita ipotesi dovesse verificarsi.’