Per scongiurare nuovamente la supplentite dello scorso anno, si sta lavorando a un maxi-piano di stabilizzazioni che potrebbe includere almeno 50/60mila precari della scuola. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, riportando quanto detto dalle organizzazioni sindacali. Sembra che le strade da seguire possano essere due.
Assunzioni e posti disponibili
Il Ministero dell’istruzione, nel lavorare al piano di assunzioni 2021, a metà marzo ha definito l’organico docente. Tra posti rimasti vacanti l’anno scorso e nuove esigenze servirebbero circa 60mila docenti. Se a questi aggiungiamo i 27.500 posti vuoti per i pensionamenti, si tocca quota 90mila.
Come fare a coprire 90mila posti liberi? Tolte le 32mila assunzioni di precari con tre anni di servizio che arriverebbero dal concorso straordinario attualmente in corso, resterebbero vuoti circa 50mila posti, considerando le assunzioni dalle GaE. I due concorsi ordinari da 46mila cattedre non possono essere conteggiati, in quanto fermi con le 4 frecce. Quali soluzioni?
Stabilizzazione precari, un piano e due idee
Considerando queste basi e la necessità di coprire le cattedre vacanti stabilizzando i precari, Governo e Ministero lavorano a due ipotesi.
- sbloccare la mobilità ed eliminare il vincolo dei 5 anni, avviando contemporaneamente un corso-concorso “semplificato” (ma non riservato) per titoli di servizio, così da assumere precari storici, magari con un primo anno formativo e l’immissione in ruolo nel 2022/2023.
- rinviare di un anno la mobilità e confermare tutti i precari sui posti attualmente occupati, avviando sempre il corso-concorso.
Ma prima di tutto sarà necessario trovare l’accordo con i sindacati, e poi trovare un modo per evitare che una soluzione (ridurre il precariato) crei un altro problema (mobilità senza freni).
