Butte notizie per le lavoratrici che hanno presentato domanda nel settore scuola per Opzione donna 2021. In questi giorni, infatti, sono state respinte numerose richieste per l’uscita anticipata a partire dal prossimo 1° settembre. Ma quali sono le cause di tutti questi esiti negativi? È possibile porvi rimedio?
I requisiti per beneficiare della misura
Opzione donna è la misura di anticipo pensionistico destinata alle lavoratrici che hanno raggiunto:
- 35 anni di contributi;
- 58 anni di età (59 le autonome).
Per beneficiare della manovra nel 2021 è, inoltre, necessario aver maturato i suddetti requisiti entro il 31 dicembre 2020.
In questo modo, per quanto riguarda il comparto scolastico, in caso di approvazione della domanda le lavoratrici potranno accedere alla pensione anticipata a partire dal 1° settembre 2021.
Bisogna, però, ricordare che uscire dal mondo del lavoro con Opzione donna significa anche andare incontro ad una significativa penalizzazione sull’assegno mensile. Il motivo? Il calcolo esclusivamente contributivo.
Opzione donna scuola 2021: cosa è successo
Stando a quanto riportato dallo Snals Confsal di Verona (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola) in numerosi casi le recenti domande per Opzione donna sono state respinte.
A tal proposito, siccome l’Inps non ha fornito spiegazioni dettagliate, il professor Renzo Boninsegna ha provato ad ipotizzare le cause dei numerosi esiti negativi.
Secondo il suo punto di vista, la ragione più probabile potrebbe essere che l’Istituto previdenziale non accetta alcun arrotondamento relativo ai 35 anni di contribuzione.
Ad ogni modo, qualora una lavoratrice abbia visto respingersi la propria domanda, potrà chiedere di essere messa al corrente della verifica dei requisiti.
Così facendo, se mancano realmente dei contributi, sarà possibile rimediare attraverso il riscatto di determinati periodi di lavoro. A quel punto l’Inps provvederà a fare un nuovo controllo.
