Napoli, arrestate due docenti: avrebbero chiesto soldi per truccare concorso

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Arrestate due docenti. Avrebbero chiesto soldi per truccare le prove di concorso. Una delle due avrebbe fatto parte della commissione esaminatrice. La vicenda arriva da Pompei (Napoli). Le insegnanti risulterebbero protagoniste di svariati “episodi di induzione indebita a dare ingenti somme di denaro per il superamento di prove di concorso“. Per ora conosciamo solo le iniziali delle indagate: O.C. e M.C. . Le due risultano arrestate nella mattina del 1° aprile e sottoposte ai domiciliari dagli agenti di polizia del commissariato di Pompei.

Napoli, imbrogli al ‘concorsone’: arrestate due docenti

Una delle due insegnanti risulterebbe essere membro della commissione esaminatrice del “concorsone”. Secondo quanto ipotizzato avrebbero richiesto ad alcuni candidati ingenti somme di denaro ( cifre oscillanti tra i 20mila/40mila euro). Ai paganti le due avrebbero promesso il superamento della prova concorsuale. Le indagini da parte degli inquirenti sarebbero partite da una denuncia risalente a gennaio scorso da parte della presidente e di un altro membro appartenente alla commissione esaminatrice.

Iniziate le indagini

È stata la polizia giudiziaria ad avviare le indagini, coordinata dalla procura di Napoli nord. Gli inquirenti hanno raccolto informazioni da parte di persone informate sui fatti. È stata acquisita opportuna documentazione. Gli inquirenti hanno inoltre trascritto gli audio registrati durante gli incontri tra le due docenti con alcuni candidati. A costoro sarebbero state chieste ingenti somme di denaro per il superamento del concorso. Risulta che le docenti in questione svolgessero la loro professione presso un istituto, anche se al momento non è dato sapere quale nello specifico.

L’esito delle indagini

Le indagini in corso avrebbero fatto emergere un contesto corrotto. Le due indagate avrebbero organizzato un corso di preparazione al concorso per l’immissione in ruolo. La preparazione sarebbe costata mille euro. Ad alcuni dei partecipanti avrebbero formulato la richiesta illegale di un pagamento in cambio del superamento delle prove. Secondo quanto acclarato dagli inquirenti M.C. avrebbe usato le stesse tecniche illecite anche per l’abilitazione all’insegnamento di sostegno.

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