Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci da un nostro gentilissimo lettore.
Reclutamento Insegnanti
Spett. Scuolainforma,
prima di tutto mi scuso per il disturbo, soprattutto in un momento di così grande sofferenza per il paese. Chi Vi scrive è un docente di latino e greco, che due anni fa ha maturato 36 mesi di servizio, ma nella scuola paritaria. Inoltre ho un dottorato di ricerca, conseguito nel 2015. Come molti docenti, anche io attendevo l’uscita dei bandi di concorso per poter accedere, secondo le regole, alla scuola statale. E devo dire che ho accolto con grande tristezza l’ennesima ingiustizia perpetrata a chi ha lavorato nelle scuole paritarie.
Farci partecipare al concorso straordinario ai soli fini abilitativi e non anche per il ruolo ha di fatto sancito una netta discriminazione costituzionale e legislativa. Ha stabilito l’esistenza di un personale docente di serie A e un personale docente di serie B, meno tutelato e lasciato solo. Non voglio che mi fraintendiate. Io ho sempre rispettato le regole e non ho mai chiesto regali o scorciatoie. Ho faticato, studiato, lavorato tanto e allo stesso modo dei docenti della scuola statale. Ho conseguito un dottorato, ho acquisito i 24 CFU e tutto nei tempi, senza mai andare fuori corso.
Avrei solo voluto che mi fosse stata concessa la stessa possibilità, quella di misurarmi con un concorso che mi avesse offerto anche la possibilità di stabilizzazione. Proprio in questi giorni sto leggendo diverse dichiarazioni sindacali e del mondo politico (quella del Sen. Verducci, quella dell’On. Sasso, quella dell’On. Frate) che spingono verso una stabilizzazione di coloro che hanno maturato 36 mesi di servizio, inseriti anche nella III fascia (ovviamente con un serio esame finale che valorizzi il merito e che finisca per confermare la cattedra solo a chi veramente ha meritato un onore simile).
Sarebbe un passo importante che consentirebbe alla scuola di far fronte alle oltre 200mila cattedre vacanti del prossimo anno. Mi auguro solo che in questa proposta siano compresi anche i docenti, come me, che i 36 mesi li hanno maturati nella scuola paritaria. E spero che quanto da Voi anticipato , sulla base delle dichiarazioni dell’ANLI, ossia la volontà da parte del Ministero di non fare distinzione fra il servizio svolto nella scuola statale e il servizio svolto nella scuola paritaria, sia confermato. So che Voi immaginate quanta fatica ci sia dietro questo mestiere. Lo studio, l’impegno, la dedizione e soprattutto l’amore.
Io amo quello che insegno. Lo amo tremendamente. Ma ho anche una maledetta paura di vederlo sempre più lontano, sempre più distante. Ogni volta che sto per afferrarlo, mi viene strappato. Credetemi, io sono sempre stato un ottimista. Non mi sono mai lamentato. Ho sempre pensato che prima o poi la mia occasione sarebbe arrivata e che l’avrei afferrata seguendo le regole. Ma, oggi, dopo l’ennesima esclusione da un concorso straordinario (a cui in passato anche i docenti della paritaria potevano partecipare), mi sento umiliato, stanco e demoralizzato. Vi ringrazio per il grande lavoro che fate e mi scuso di nuovo per il disturbo e la lungaggine del mio messaggio.
Cordiali saluti,
Valerio Pacelli