superare quota 100
Come superare Quota 100

Per superare Quota 100, in scadenza il 31 dicembre 2021, il Governo sta prendendo in considerazione una serie di ipotesi al fine di evitare lo scalone di 5 anni. Ma quale sembra ad oggi l’opzione migliore?

Lo scenario attuale

In un recente articolo pubblicato sul Corriere della Sera, Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, ha preso in analisi alcune delle strade percorribili dal Governo dopo la scadenza di Quota 100.

Dal suo punto di vista, qualunque dovesse essere la decisione finale, l’Esecutivo durante la scelta dovrebbe tenere conto di una serie di parametri fondamentali:

  • la tipologia dei potenziali richiedenti la pensione;
  • l’aspettativa di vita dopo il Covid;
  • la necessità di flessibilità in uscita nel contesto del calcolo in gran parte contributivo.

Come superare Quota 100

Analizzato il contesto attuale e dopo aver evidenziato i rischi che si correrebbero con l’introduzione di una nuova misura sulla falsa riga di Quota 100, Brambilla ha poi preso in considerazione quali sono le strade attualmente percorribili dal Governo.

La prima ipotesi riguarda la messa in pratica e l’utilizzo dei “fondi di solidarietà” per l’industria, il commercio, l’artigianato e l’agricoltura per alcuni lavoratori. Come ad esempio, quelli con problemi di salute, familiari a carico da curare, chi svolge mansioni pesanti, lavoratori in mobilità o precoci.

Per queste categorie si potrebbe ipotizzare l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni con almeno 35 di contributi versati.

La seconda opzione sarebbe, poi, quella relativa a Quota 102. La misura di cui abbiamo già sentito molto parlare e che permetterebbe di andare in pensione a 64 anni con 38 di contributi.

Infine, l’ultima proposta analizzata da Brambilla è quella di prevedere anche per i giovani l’integrazione al minimo su valori pari alla maggiorazione sociale (630 euro mese). Calcolati sulla base del numero di anni lavorati.

Insomma, secondo il presidente del Centro studi e ricerche se il Governo Draghi dovesse muoversi in queste direzioni darebbe certamente un ottimo segnale sia all’Europa che al mondo del lavoro italiano.