Certificazione verde, è caccia al pass ma è falsa partenza: scoppia la polemica

Si chiamerà ufficialmente ‘certificazione verde‘ il pass che permetterà gli spostamenti tra Regioni di colore diverso. Si tratta di una delle novità più importanti inserite nel nuovo decreto Covid che dovrebbe essere approvato entro quest’oggi, mercoledì 21 aprile 2021, dal Consiglio dei Ministri.

Novità pass spostamento tra Regioni di colore diverso: con il nuovo decreto Covid arriva la ‘certificazione verde’

La ‘certificazione verde’ sarà rilasciata già dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino, sarà in formato digitale oppure cartaceo: la struttura che effettua la somministrazione del vaccino si occuperà della sua compilazione. Il documento finirà nel fascicolo sanitario elettronico della persona vaccinata. Tutti coloro che hanno già completato la vaccinazione, potranno chiedere il pass alla struttura sanitaria o alla Regione o alla Provincia.

La validità della ‘certificazione verde’ sarà di sei mesi per i vaccinati e le persone guarite dal Covid, di 48 ore per chi si sottoporrà a test antigenico o molecolare con esito negativo. Tale ‘certificazione verde’ sarà rilasciata dalla struttura che si sarà occupata dell’effettuazione del tampone.
Il pass, naturalmente, non sarà più valido qualora il soggetto risultasse nuovamente positivo al Covid. Le certificazioni di guarigione rilasciate prima dell’entrata in vigore del decreto avranno una validità di 6 mesi dalla data indicata sulla certificazione.

Falsificazione ‘certificazione verde’: ecco cosa si rischia

Chi falsifica il certificato rischia il carcere: l’articolo 13, comma 2, prevede che per tutti i reati di falso che hanno ad oggetto la certificazione verde Covid-19, le pene previste dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489 del codice penale, anche se relativi ai documenti informatici di cui all’articolo 491 bis, sono aumentate di un terzo.