Cosa si intende esattamente per metodi didattici alternativi? Quali è meglio prendere in considerazione? Ecco alcuni utili consigli per aiutare i docenti nella scelta.
Metodi didattici alternativi: cosa sono
Nella maggior parte delle scuole siamo abituati ad un’idea di lezione standard, caratterizzata principalmente da un approccio frontale e da un sistema basato su compiti, verifiche, interrogazioni e voti.
Esistono, tuttavia, alcuni metodi alternativi che stanno progressivamente entrando a far parte del sistema scolastico di tantissimi docenti come strumento complementare alla didattica tradizionale.
Di norma, questi approcci tendono a spostare il focus dall’insegnante o dalla materia trattata direttamente sull’allievo. Così facendo, il bambino o il ragazzo si sente maggiormente coinvolto nel processo di apprendimento.
L’obiettivo è, quindi, quello di ribaltare gli schemi tradizionali per avere un risultato più ampio e concreto che tocca non solo il piano teorico, ma anche quello pratico, delle emozioni e della socialità.
Ma quali sono i metodi didattici alternativi più efficaci? Vediamo alcuni esempi.
Le strategie da provare
Oltre a strategie didattiche più comuni come la lezione frontale, l’approccio tutoriale o la discussione aperta esistono anche diversi metodi alternativi altrettanto efficaci.
Nel corso degli ultimi anni molti insegnanti hanno, di fatto, iniziato ad usare queste tecniche alternative in sostituzione della didattica tradizionale, come spesso accade con il Metodo Montessori, o in qualità di supporto.
Tra queste metodologie le più interessanti sono senza dubbio:
- la didattica laboratoriale: basata su una concezione pratica dell’apprendimento, è una tecnica molto usata per stimolare gli alunni a mettersi in gioco in prima persona per acquisire nuove competenze e nozioni anche teoriche;
- il caso studio: si avvia una riflessione a partire da una situazione reale o verosimile, su cui avanzare ipotesi e soluzioni;
- la classe capovolta: prevede la partecipazione attiva degli studenti in modo tale che essi non ricevano soltanto informazioni in maniera passiva;
- il cooperative learning: è forse il metodo più lontano da quello frontale, in quanto favorisce l’apprendimento attraverso la collaborazione di tutti, insegnanti e ragazzi;
- il role playing: è un particolare tipo di simulazione in cui gli allievi interpretano in modo attivo un determinato ruolo.
È chiaro, quindi, che questi strumenti alternativi hanno l’obiettivo di integrare il metodo scolastico standard in modo da favorire l’apprendimento degli studenti.