Reclutamento precari, ‘tornare ad un meccanismo che ricalchi il doppio canale’: Intervista all’Avvocato Gianluigi Giannuzzi Cardone

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Il reclutamento dei precari costituisce una tematica calda che ad oggi non ha ancora trovato una ben definita strada.

Esiste una bozza al vaglio del MI che vorrebbe puntare ad un modello semplificato, ma i cui dettagli restano ancora incerti, così come incerte sembrano essere le tempistiche entro cui arrivare all’approvazione di un piano di reclutamento.

Abbiamo voluto affrontare la tematica con l’Avv. Gianluigi Giannuzzi Cardone del foro di Bari, esperto di diritto scolastico, nel cui ambito opera da circa vent’anni, e segretario dell’associazione Sidels, Società Italiana di Diritto e Legislazione Scolastica.

Una forma semplificata di reclutamento per titoli e servizi

Riportiamo le domande rivolte all’Avvocato Gianluigi Giannuzzi Cardone:

Parliamo della forma semplificata di reclutamento per titoli e servizi di cui tanto si discute in questi giorni. Sono trapelate alcune indiscrezioni su una bozza al lavoro al MI. Cosa ne pensa al riguardo se restasse così impostata, senza subire modifiche?

Partiamo da una premessa. Il numero di posti vacanti al 31/8 da utilizzare per le assunzioni il prossimo anno supereranno le 100 mila unità, e con l’organico di fatto si arriverà a 230/250 mila unità.

Ogni anno si plaude alla teorica copertura di tanti posti ma poi assistiamo comunque all’utilizzo sempre più massiccio di precari da parte dell’Amministrazione, causato principalmente da una ragione tecnica, la difficoltà ad individuare personale abilitato o specializzato.

Dopo il progressivo svuotamento delle GaE degli anni precedenti, l’amministrazione ha incontrato sempre maggiori difficoltà nel reperire personale abilitato mediante concorsi; a ciò si aggiunga che quest’anno il concorso ordinario è ostacolato dalle ulteriori difficoltà che ben conosciamo. Ad oggi quindi per procedere alle assunzioni, si affianca ai docenti ancora in GaE il solo personale del concorso straordinario, oltre quello specializzato sul sostegno.

In questa situazione nessuno dovrebbe avere interesse ad alimentare uno scontro tra aspiranti docenti giovani e quelli che hanno già maturato un’esperienza da valorizzare. Questa nuova forma di reclutamento porterebbe l’1/9 ad assumere il personale coi 3 anni di servizio che sarebbe comunque indispensabile per la copertura delle cattedre normalmente vacanti, oltre al personale specializzato sul sostegno già pronto. Aggiungo, si dovrebbe guardare anche al personale con 3 anni di servizio sul sostegno.

Non posso esprimermi sulle eventuali modifiche che ogni grande riforma incontra nel suo iter parlamentare, ma in generale auspico che si possa tornare ad un meccanismo che ricalchi la ratio della L. 417/1989, ovvero quel “doppio canale” ideato quando Mattarella era Ministro dell’Istruzione. C’è la necessità di far viaggiare parallelamente due percorsi di assunzione, quello ordinario e quello per soli titoli di personale abilitato. È necessario prevedere meccanismi stabili di compensazione nelle assunzioni a cui affidarsi totalmente durante lo svolgimento dei concorsi: questi meccanismi consistono proprio nell’attingere dal canale di assunzione per soli titoli.

Bene quindi che oggi, insieme all’obiettivo di medio termine di velocizzazione i concorsi ordinari, si intenda subito valorizzare e rendere fruibile a tutta la comunità scolastica l’esperienza maturata dalla platea di docenti con tre anni di servizio, accompagnata da un percorso di formazione in servizio e di valutazione, prima della conferma dei ruoli.

Non è chiaro l’aspetto di una eventuale prova selettiva computer based, che sembrerebbe più avvicinarsi alla classica preselettiva di un normale concorso ordinario. Potrebbe definirsi un reclutamento solo “per titoli e servizi” prevedendo una tale prova selettiva?

Ad oggi non si conosce il contenuto della prova, e quindi non è possibile rispondere compiutamente. In linea di massima credo che si voglia mantenere la natura idoneativa e non propriamente selettiva della procedura.

Cattedre ancora scoperte a settembre?

Abbiamo poi proseguito l’intervista ponendo l’accento sulla possibilità di riuscire ad attuare il piano semplificato di reclutamento già a partire dall’a.s 2021/2022:

Da ciò che è stato riportato, si parla di “un processo normativo avviato nel 2021 e concluso nel 2022” (fonte Orizzonte Scuola). Secondo Lei esiste la possibilità che a partire da settembre 2021 possa già essere messo in atto questo reclutamento semplificato?

Mi limito ad osservare che i concorsi ordinari nella scuola hanno avuto medie di durata di gran lunga maggiori, quindi riuscire a fornire il primo personale già dal prossimo anno scolastico sarebbe un enorme risultato, in linea con la speditezza richiesta per tutte le riforme oggetto del Recovery Plan.

Diplomati Magistrali e reclutamento per titoli e servizi

Infine abbiamo rivolto un’ultima domanda, considerando la “categoria” dei Diplomati Magistrali:

Un accenno agli insegnanti Diplomati Magistrali della scuola primaria e dell’infanzia, da anni, se vogliamo, bistrattati dal sistema scolastico. Una tale forma di reclutamento potrebbe costituire per loro, in un qualche modo, un riscatto?

Il diritto al lavoro dei docenti deve essere sempre procedere parallelamente ed essere strumentale al soddisfacimento di uno dei principali diritti sociali costituito dal diritto all’istruzione. In questo caso registro che la complessa vicenda dei DM, oltre a privare del lavoro i tanti lavoratori interessati, ha prodotto effetti in termini di “discontinuità” del servizio scolastico. Abbiamo assistito al tradimento proprio di quel principio di “continuità didattica”, che a parole è tanto rilevante da giustificare perfino il vincolo di permanenza su sede imposto ai neoassunti, ma nei fatti viene completamente ignorato quando si parla di stabilizzazione di chi nelle scuole già lavora.

In questo senso quindi accolgo con favore un meccanismo che coniuga l’esigenza di tutela che questi lavoratori meritano ormai da tanti anni con l’obiettivo di assicurare una reale continuità didattica.

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