Classi pollaio, il PNRR potrà superarle? Alcuni dubbi

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Classi pollaio, il PNRR (Piano della Ripresa e Resilienza) intende abolirle. Il proposito, ovviamente, è apprezzabile, ma da solo non potrà conseguire l’obiettivo. Ci sarà bisogno di altro.

Classi Pollaio, una storia lunga tredici anni

Classi pollaio, la iattura organizzativa a zero dosaggio pedagogico voluta e imposta dal duo Gelmini/Tremonti, ha tredici anni. Il suo scopo dichiarato di contenimento della spesa pubblica, mostra oggi fortunatamente tutte le sue criticità legate alla sicurezza sanitaria.
Ci voleva una pandemia perché questo immenso limite potesse divenire una percezione diffusa anche tra i non addetti ai lavori, come politici, giornalisti…
Lucia Azzolina ex Ministra del Mi non è riuscita ad abolirle. In questo momento il M5s, distratto dai suoi problemi organizzativi non ne parla. Eppure l’abolizione delle classi pollaio e il superamento della legge 107/15 (Buona Scuola) costituivano la pars destruens della sua politica scolastica.

PNRR, una nuova attenzione

A febbraio si aveva l’impressione che, con il Governo Draghi dove la destra italiana è rappresentata per i 2/3, il tema potesse finire in un binario morto. Non era del tutto infondata, infatti l’ipotesi che la presenza di Forza Italia e della Lega, che votarono la Legge 133/08 istitutiva le classi pollaio, potesse costituire un impedimento all’attenzionamento di questa bruttura pedagogica.
E invece l’abolizione delle classi pollaio è stato riconfermata dal Piano Nazionale della Ripresa e Resilienza(PNRR). Non poteva essere diversamente, considerata la scarsa sicurezza a convivere con l’emergenza sanitaria e con le prossime. Ormai la società del rischio (U. Beck) non è più un tema riservato a pochi, ma è divenuta percezione diffusa. E’ lo stesso M. Draghi a certificare questo cambio: “Il nostro lavoro deve iniziare ora, poiché non sappiamo per quanto tempo durerà questa pandemia o quando ci colpirà la prossima“.
Detto questo cosa è scritto nel PNRR? Si legge a pag. 239: “La riforma consente di ripensare all’organizzazione del sistema scolastico con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete a due tematiche in particolare: la riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica“.

Le classi pollaio rimandano a due problemi

Come scrivevo quasi un anno fa su questo portale, il superamento delle classi pollaio necessita di due interventi. Il primo riguarda la riorganizzazione degli spazi e la costruzione di nuovi edifici scolastici. Il secondo, invece rimanda all’assunzione di alcune decine di migliaia di nuovi docenti.
Il primo obiettivo potrà essere realizzato con i fondi del PNRR. Questi sono una tantum, quindi la loro destinazione per la voce spazi risulta coerente con la natura di investimento limitato nel tempo. Gli interventi però dovranno riguardare anche la sicurezza strutturale che tradotto in valori numerici significa intervenire su 2.400.000 mq di superficie e l’implementazione della tecnologia soprattutto lato hardware.
Per il secondo obiettivo come scrivevo nell’articolo citatoNulla potrà fare invece, sul versante delle migliaia di nuove assunzioni, in quanto gli stipendi rientrano tra le spese correnti che vanno oltre l’investimento limitato nel tempo. Pertanto, per dare corso all’abolizione delle classi pollaio, occorreranno risorse diverse da quelle previste dal Recovery Fund. E qui inizieranno i problemi! Dove si prenderanno le risorse con un debito pubblico al 160% e un Pil crollato oltre il 10%?“.

Le possibili soluzioni

Si aprono due possibili scenari: l’approvazione di una legge di spesa strutturale per assumere x docenti. La soluzione la considero molto improbabile, visto l’aggravamento della finanza pubblica prodotta dall’emergenza sanitaria, i cui tempi di conclusione sono ancora vaghi.
La seconda soluzione risulta maggiormente percorribile: l’utilizzo del personale scolastico attualmente in servizio, che grazie al decremento della popolazione scolastica, potrà soddisfare la nuova organizzazione scolastica post-Covid.
Lo ha dichiarato, senza troppi giri di parole Lucia Azzolina: “con un organico invariato… e con un numero di alunni decrescente, nel corso di pochi anni riusciremo a ritornare ai parametri pre-Gelmini e quindi a non avere più classi così sovraffollate come adesso“.

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