Secondo un recente sondaggio da parte dell’Osservatorio Legacoop, il 97% degli italiani pensa che la DAD porterà a conseguenze psicologiche e sociali negative. Il sondaggio in questione è stato progettato e creato dall’AreaStudi dell’associazione insieme con il partner di ricerca Ipsos. Riguardo, invece, alle conseguenze sociali, secondo il 44% degli intervistati saranno di lunga durata, ma la maggior parte delle preoccupazioni emergerebbero a Nord-Est (50%), nel ceto medio-basso e popolare (49%) e tra le donne (48%). Il 42% degli intervistati pensa, invece, che ci sarà un graduale ritorno alla normalità senza alcuna ripercussione specifica.
DAD: le conseguenze sui giovani
Riguardo alle conseguenze sui giovani il sondaggio registra un maggior pessimismo. Secondo il 52% simili ripercussioni dureranno per molto tempo ( questo almeno secondo il pensiero del 59% tra gli under e 30, 58% al Nord Est) mentre secondo il 36% tutto si risolverà con il ritorno alla normalità (di tale parere è il 40% degli intervistati tra uomini e tra chi non è genitore). La pandemia ha fatto sì che la scuola italiana chiudesse più di una volta. Adesso è tempo di ripartenze, con la speranza di un futuro migliore. La pandemia ha sicuramente portato pesanti ripercussioni ai tre principali elementi della scuola: genitori, insegnanti e studenti.
La didattica a distanza rimarrà anche dopo il coronavirus
La didattica a distanza sarà parte integrante della scuola del futuro. Un qualcosa di intuibile se si pensa come il governo, dal 2020, abbia investito molto su tale didattica alternativa. Le lezioni a distanza, o fatte in maniera comunque diversa da quelle tradizionali, proseguiranno regolarmente anche quando l’emergenza da coronavirus rientrerà. La DAD non sarà più l’eccezione, ma andrà a braccetto con la didattica frontale. Per quanto criticata, è pacifico dire come tale metodo di didattica abbia permesso, nonostante le non poche difficoltà, la prosecuzione degli ultimi due anni scolastici.
Ad annunciare la prosecuzione vitale della DAD è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che è recentemente tornato sull’argomento. Se in un primo momento la DAD è stata criticata e vista come un palliativo alla scuola tradizionale, adesso è destinata a diventare un sistema integrativo alle normali lezioni frontali, che ponga le basi per una scuola rinnovata. Intervistato a SkyTg24, Bianchi ha dichiarato che nella scuola del futuro la DAD continuerà a essere una realtà, ma non sarà “quella che abbiamo visto l’anno scorso”. La prima difficoltà da superare sarà la “capacità da parte di tutti di usare tutti gli strumenti, altrimenti sarà un’altra fonte di discriminazione”. Capacità quindi non solo di usare tali strumenti, ma anche di possederli.