Maddalena Gissi, Cisl scuola
Maddalena Gissi

Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola, oggi ci ha espresso la sua opinione sul piano scuola estate del ministro Bianchi. La scuola d’estate è l’argomento più discusso al momento fra personale scolastico e studenti. A tal proposito, le abbiamo posto due domande.

Maddalena Gissi (Cisl scuola) e la scuola d’estate

A Maddalena Gissi abbiamo chiesto:

Piano scuola estate: cosa ne pensa del progetto estivo per la scuola?

R: “Su come recuperare il deficit di apprendimenti e di socialità causato dalla pandemia si sono spese tante parole, nei mesi scorsi, lanciando proposte diverse, spesso piuttosto sbrigative, di facile presa sull’opinione pubblica ma caratterizzate da un approccio superficiale e banalizzante. Da qui le ipotesi di un allungamento più o meno consistente dell’anno scolastico, a prescindere dalla necessità e dalla concreta fattibilità.

Io ho sempre chiesto che si lasciasse alle scuole il compito di valutare il fabbisogno di interventi e la loro progettazione, chiedendo anche di aprire al contributo di soggetti diversi, nella logica dei “Patti di comunità” di cui esistono già esperienze significative. La proposta del ministro Bianchi si muove in questa direzione, per questo l’ho giudicata una proposta seria, che assegna centralità alla scuola; un’impostazione giusta su cui confrontarsi e lavorare. Sostenuta da un impegno importante anche in termini di risorse”.

‘C’è una diffusa stanchezza’

E aggiunge: “Questo non vuol dire che non ci siano problemi: docenti e dirigenti si sono sobbarcati un impegno gravoso nei mesi scorsi per garantire lo svolgimento delle attività scolastiche nei modi possibili. Costretti a cambiare frequentemente l’organizzazione del loro lavoro, o a fare i conti con quarantene, isolamenti, purtroppo anche contagi. C’è una diffusa stanchezza di cui non si può non tenere conto.

Inoltre la gestione degli interventi finanziati con le risorse dei PON è complessa, i tempi per la messa a punto dei progetti sono stretti, vi sono procedure di rendicontazione da seguire in modo rigoroso, il tutto finisce per ricadere sul lavoro delle segreterie già oberate da ogni tipo di incombenze e non sempre attrezzate per farvi fronte agevolmente.

Va detto che tutte le attività sono a carattere volontario, non vi sono imposizioni: ciò non deve significare un incentivo al disimpegno, perché alla base c’è un problema reale e serio, che è come compensare ciò che è mancato in questi due ultimi anni scolastici per il protrarsi dell’emergenza covid. Un problema che non possiamo eludere e del quale sono convinta ci sia piena consapevolezza nel mondo della scuola.

Serve lo stesso impegno per altre urgenze

Ci tengo però a dire che altrettanto impegno di quello dedicato al Piano estate va speso, da parte dell’Amministrazione, per garantire che il prossimo anno scolastico si avvii nelle migliori condizioni possibili, fin dal suo inizio. Guai se si perdessero, come l’anno scorso, più di due mesi per avere tutti i docenti in cattedra.

E questo è uno solo degli aspetti che vanno considerati: non sappiamo se e quando finirà l’emergenza contagi, quindi occorre confermare tutte le misure previste nei protocolli sicurezza, aggiornandoli e colmando anche ritardi e lacune rispetto a misure che sarebbero necessarie e che sono mancate in tutto o in parte.

E se il personale scuola non collabora?

In un nostro sondaggio, il 70% dei docenti ha dichiarato che non intende partecipare al Piano estate per la scuola. E anche sui social, è evidente questa tendenza. Per cui abbiamo chiesto alla Gissi:

Se una percentuale così alta di docenti non è favorevole, il piano potrebbe essere un flop?

R: “Credo che si tratti di una reazione, anche comprensibile, dettata dalla preoccupazione di un sovraccarico di impegno dopo un anno molto faticoso.

Aspetterei comunque di vedere quali saranno le decisioni che le scuole assumeranno, alla luce di una valutazione più approfondita e meditata delle opportunità offerte e degli impegni richiesti e anche di quanto emerso nell’incontro di lunedì 3 maggio col Ministero, nel quale tra l’altro sono stati chiariti aspetti importanti relativamente al ruolo della contrattazione di istituto per quanto riguarda i compensi da riconoscere al personale.

Sono convinta, in particolare, che nella progettazione degli interventi le scuole sapranno tenere in debito conto gli aspetti riguardanti le specificità professionali del personale coinvolto nelle attività, assegnando a ciascuno il giusto ruolo”.