Le facoltà a numero chiuso sono ormai da tempo oggetto di discussione: cerchiamo, quindi, di analizzare meglio tutti i pro e i contro del test d’ingresso.
Le facoltà con accesso programmato
In Italia sono diverse le facoltà con accesso programmato, sia a livello nazionale che locale.
Tra le prime spiccano senza dubbio Medicina, Medicina in lingua inglese (IMAT), Odontoiatria e protesi dentaria, Professioni Sanitarie, Veterinaria e Scienze della Formazione primaria.
In tutti questi casi, per le università statali la data del test e le modalità di iscrizione sono stabilite direttamente dal Miur. In quelle private, invece, ogni dettaglio è gestito dai singoli atenei.
Ci sono, poi, dei corsi ad accesso programmato locale come ad esempio Ingegneria, Farmacia, Biologia, Psicologia, Scienze Motorie e Comunicazione per cui le università hanno la massima autonomia sulle materie e le modalità di svolgimento del test d’ingresso.
Numero chiuso: quali sono i pro e i contro
Al di là della tipologia di accesso programmato, quello del numero chiuso è un tema che accende il dibattito ormai da diverso tempo.
Questo perché nella maggior parte dei casi la preparazione alla prova mette in grande difficoltà gli studenti, risultando spesso troppo proibitiva. Ad ogni modo, cerchiamo di capire meglio quali sono i pro e i contro del numero chiuso.
Di fatto, tra gli aspetti positivi del test d’ingresso c’è la necessità di dover limitare gli accessi perché altrimenti ci sarebbero troppe richieste per determinate facoltà. Inoltre, questo sistema permette di garantire agli studenti una formazione migliore ed adeguata.
Tra gli svantaggi ci sarebbero, invece, alcuni limiti come ad esempio la necessità di rinunciare al proprio sogno per alcuni studenti e il permanere di un sistema fortemente selettivo e talvolta anche poco meritocratico.
Bisogna, tuttavia, ammettere che al momento per alcune facoltà il test d’ingresso risulta più che mai necessario.